Ennesimo colpo di scena alle elezioni comunali di Tivoli del prossimo 8 e 9 giugno.
A contendersi lo scranno più alto di Palazzo San Bernardino ora c’è anche Maria Rosaria Cecchetti, 59 anni, attuale Assessora dell’amministrazione Proietti con deleghe a Bilancio, tributi, finanze, società partecipate e Patrimonio.
L’annuncio è arrivato via mail oggi pomeriggio, giovedì 2 maggio, alla redazione del quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv.
Nella nota viene annunciata la conferenza stampa di presentazione della Candidatura alla carica di Sindaco di Tivoli di Maria Rosaria Cecchetti alle prossime elezioni amministrative per sabato prossimo 4 maggio alle ore 11.30 in Via Ignazio Missoni 3.
Politica di lungo corso, Maria Rosaria Cecchetti è stata un punto fermo negli ultimi dieci anni per l’amministrazione “civica” guidata dal sindaco Giuseppe Proietti.
La sostengono la sua lista civica, “Tivoli Progetto Comune”, oltre ai partiti di “Azione” di Carlo Calenda e di “Italia Viva” di Matteo Renzi, rappresentati a Tivoli da Francesco Luciani e Marino Capobianchi, anch’essi politici di lungo corso con esperienze a Palazzo San Bernardino come consiglieri e assessori comunali.
Vale la pena ricordare che in un comunicato stampa del 12 aprile scorso “Tivoli Progetto Comune”, “Azione” e “Italia Viva” avevano dichiarato il proprio sostegno alla candidatura a sindaco di Teodoro Russo in coalizione col Partito Democratico e con le liste civiche “La Città in Comune” e “La Rete dei Cittadini”.
Ma 48 ore più tardi – era il 14 aprile, ndr – l’imprenditore Teodoro Russo aveva rinunciato alla candidatura per motivi strettamente personali, così la coalizione aveva manifestato la propria vicinanza e partiti e liste si erano dichiarati comunque “pronti a portare avanti il nostro progetto di città”.
Una dichiarazione d’intenti durata ben poco.
Quando il 24 aprile il Partito Democratico e le liste civiche “La Città in Comune” e “La Rete dei Cittadini” hanno annunciato la candidatura a sindaca dell’avvocata Giovanna Marconi, “Tivoli Progetto Comune”, “Azione” e “Italia Viva” avevano già rotto l’accordo.
