Fonte Nuova – Sull’isola ecologica si rischia una nuova crisi politica

Sarebbe dunque il sindaco a fare l’ago della bilancia. Premesse davvero poco confortanti vista l’importanza del tema trattato e i rallentamenti sull’avvio della raccolta differenziata.
In questi giorni due commissioni consiliari avrebbero dovuto sciogliere i vari dubbi, ma invece se possibile i contrasti sono aumentati.

 

Di Pietro: Rinascita per Fonte Nuova non sarà in aula

“Dopo l’ennesima forzatura da parte della presidenza del consiglio comunale nel fissare il consiglio venerdì 18 marzo senza che le istanze da noi presentate nelle commissioni venissero prese in considerazione – spiega il capogruppo di Rinascita per Fonte Nuova, Antonio Di Pietro – lunedì, alla presenza del Sindaco e della Vice Sindaco, abbiamo avanzato nuovamente le nostre perplessità in merito. Ci troviamo quindi costretti a non partecipare alla prossima seduta pubblica, per gli stessi motivi già esposti”.

Altro aspetto criticato è stato quello della “pesa” dei rifiuti. “Chiediamo che il progetto venga dotato già in questa fase di una pesa – continua Di Pietro – che consentirebbe di controllare i quantitativi dei rifiuti prodotti e di conseguenza le quantità di volume da portare in discarica o nei consorzi. Inoltre riteniamo che, volendo andare verso un sistema di tariffazione dei rifiuti puntuale, sia necessario da subito inserire tale strumento di misura”. Un tema condiviso anche dal Movimento 5 Stelle, che ha girato e pubblicato un video per sottolineare i punti non condivisi.

Bordate anche dall’ex vicesindaco Marcelli
Gli attacchi, sono arrivati anche dall’ex assessore Katiuscia Marcelli, che in una sorta di lettera aperta ha criticato l’operato dell’amministrazione, in particolare con dei riferimenti diretti all’assessore all’Ambiente Ibba, partendo dalla scelta di abbandonare l’idea dell’isola ecologica a Santa Lucia per farla a Tor Lupara.
“Nessuno ha mai spiegato ai cittadini – ha attaccato l’ex vicesindaco – la necessità di abbandonare un progetto che doveva essere semplicemente adeguato alle prescrizioni degli enti preposti alla tutela dei vincoli presenti sull’area, di proprietà comunale, con destinazione urbanistica idonea (zona artigianale) per andare a ricominciare tutto da capo, su un terreno di proprietà privata, pagato circa 20mila euro, individuato senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, con destinazione urbanistica agricola, e quindi con la necessità di passare attraverso una variante urbanistica, con la presenza sull’area di vincoli, così come quella di proprietà comunale. E poi, ciliegina sulla torta, di nuovo un progetto, costato all’amministrazione altri 20mila euro circa, ossia circa l’8% dell’importo lavori, una percentuale esorbitante. Tutto questo perché? Perché accusate tre persone che per coerenza ad un mandato popolare dato loro su un programma politico fondato sulla trasparenza e l’efficientamento della macchina amministrativa, hanno preso le distanze da chi, provocando un ritardo di circa un anno sulla realizzazione del progetto, ci ha pure sperperato sopra 40.000 euro e sottratto alla vocazione agricola un’ulteriore pezzo di territorio? Io dico che forse quei tre consiglieri sono i cocci di una maggioranza, ridotta a minoranza, ma che ancora resiste, mentre tutto il resto balla una danza immobile, dove gli eroi sono dannati, e i dannati eroi”.

La replica di Ibba: “Troppi errori di valutazione”
A stretto giro è arrivata la replica dell’assessore Ibba, sempre sui social network. “Primo errore: in tutte le assemblee pubbliche, in consiglio e persino nel corpo della delibera, con cui si è votato in Giunta il progetto preliminare (ottobre 2014) del nuovo ecocentro alla Cerquetta, è esposto con estrema dovizia il perché dello spostamento da via Aurora e la progettazione in altra sede – risponde la Ibba – secondo errore: i pareri per l’isola in via Aurora non erano prescrizioni, ma predinieghi, ovvero pareri propedeutici a quelli che avrebbero poi respinto definitivamente il progetto (i citati predinieghi sono stati esposti dal dirigente anche nel Verbale di Commissione congiunta Urbanistica/Ambiente del 15.9.2014). Si parla di “terreno di proprietà privata, individuato senza alcuna procedura ad evidenza pubblica” e di una spesa “per andare a ricominciare tutto da capo” di circa 20.000 euro: terzo errore: il Comune, dopo che il Dirigente ha dichiarato in una nota che nel Comune non c’erano altre aree idonee alla costruzione di ecocentro, ha recuperato da Acea Ato 2 una porzione di terreno che era stato affidato ad essa e non più utilizzato per il nuovo Depuratore alla Cerquetta… circa 1873 mq di terreno a servizi pubblici (F5) già di proprietà comunale. Quarto errore: non serviva quindi “alcuna procedura ad evidenza pubblica”, perché si sono spesi meno di 8 Euro al mq per acquisire in concessione bonaria i mq 2780 adiacenti a quello sopra dell’ex depuratore, cosa che ha portato, alla metà del prezzo di mercato (e compresi i 1873 mq di cui sopra), al completamento di un’area totale di 4653 mq, che è circa più del doppio di quella precedente in Via Aurora. Che ci fossero vincoli in tale settore fu esposto poi, in totale trasparenza, già nella delibera di Giunta del Preliminare, ma nessuno ha mai dubitato di ottenere gli stessi pareri favorevoli che aveva già ottenuto lo stesso Depuratore di Acea, opera urbana ben più rilevante e più vicina al fosso della piattaforma di cemento, due parcheggi, uno spogliatoio e una tettoia di cui tratta l’ecocentro”.

Fa. Or.

 

 

Condividi l'articolo:
LEGGI ANCHE  FONTE NUOVA - “Lavori in corso, auto costrette a viaggiare contromano”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.