Don Gino, come si trova con i suoi parrocchiani?
Mi trovo molto bene qui a Setteville, mi sento amato e coccolato.. alcune volte mi fanno preoccupare perché combinano qualche guaio, ma sono felice di averli accanto.
Quando ha sentito la vocazione al sacerdozio?
Il Signore ha fatto fatica con me, io l’ho conosciuto tardi, ma mi sono sentito molto amato e nel 1989 sono diventato presbitero, e se tornassi indietro non cambierei la mia decisione.
Comè arrivato a Setteville?
Io ho viaggiato molto, sono stato in Africa, Canada, Francia, Grecia e poi sono diventato rettore di un seminario a Newark, nel New Jersey. Quando si sono presentati seri problemi cardiaci, mi hanno affidato questa piccola parrocchia “tranquilla”. Quando sono arrivato mi sono spaventato, perché al posto di una chiesa ho trovato un garage.
Comè stata la sua esperienza con Don Giuseppe?
L’esperienza che ho avuto con Don Giuseppe è stata molto bella, lui ha sempre avuto un cuore molto grande ed era sempre pronto ad aiutare il prossimo. Per me è stato come un figlio, pochi genitori possono dire di aver avuto l’affetto, il rispetto e l’amore che ha avuto Don Giuseppe per me. Per questo quando si è ammalato è stato per me naturale, come lo è per un padre, accudirlo e amarlo per quasi tre anni.
Cosa rappresentano per lei i bambini di Setteville?
Per me voi siete la cosa più importante, siete il futuro di questa parrocchia. Dico sempre nelle mie omelie che siete come fiori di campo, tutti diversi ma bellissimi, senza di voi qualsiasi campo sarebbe sterile e triste.
Rachele Giubilei, Sara Secondini,
Marta Simonetti, Luca Tummolo
Simone Belloni
Classe VF
