Tivoli – Violenza contro le donne, il messaggio della vicesindaca Di Giuseppe

“Combattere i pregiudizi per avere un mondo senza soprusi e senza disparità”

Il messaggio della vicesindaca di Tivoli Laura Di Giuseppe per la giornata contro la violenza femminile.

«La “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” ci riporta ancora una volta davanti agli occhi i dati sulla violenza di genere. Dati dietro cui ci sono storie reali di donne vittime di violenze, che ogni giorno riempiono le pagine di cronaca: anche oggi, giornata dedicata a denunciare e riproporre con forza l’impegno di tutti contro questa stortura universale, leggiamo e sentiamo di altre donne uccise in Calabria e nel Padovano. Vedere oggi i numeri della violenza sulle donne e leggere quei fatti di cronaca che avvengono spesso nella porta accanto, per le strade delle nostre città, tra le mura domestiche, ci rende evidente quanto abbiamo ancora bisogno di giornate come questa e, ancora di più, di quanto occorra ancora molto lavorare per reali pari opportunità ogni giorno e in ogni circostanza».

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«Soltanto un reale cambiamento culturale ci può consentire di combattere i pregiudizi, retroterra ideologico della violenza. Sono tutti i “se l’è cercata” detti o pensati; sono le giustificazioni di “troppo amore” o “raptus”; sono i “ma lei era una poco di buono” a generare e legittimare la violenza».

«Ma la violenza è figlia anche dell’idea che sia normale la disparità salariale tra uomo e donna, dell’accettazione che determinati ruoli siano perfetti per una donna e che altri sia quasi ovvio che le siano preclusi, del dare per scontato che le donne che ricoprono posizioni importanti “chissà cosa hanno fatto per arrivarci”. La violenza si alimenta del linguaggio e di tante piccole cose che minano la dignità femminile, apparentemente insignificanti, ma che invece ne determinano l’idea di subalternità».

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«Credo che in giornate come quella di oggi – istituita dall’assemblea delle Nazioni unite nel 1999 per ricordare la morte delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche uccise per ordine del dittatore della Repubblica Dominicana Trujillo – sia doveroso supportare chi subisce violenza in ogni forma, ma anche mettere in campo azioni concrete per promuovere le iniziative che possano aiutare ad affermare un modello culturale diverso, in cui la donna possa essere libera di vivere e plasmare se stessa in qualunque modo voglia, senza condizionamenti e pregiudizi e, finalmente, senza paura».

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