A quando il vaccino contro le paure immotivate?

Non solo la pandemia anche la sua soluzione ci mette davanti alle nostre paure

In Italia nel 2020 sono deceduti per infarto – infarto, non arresto cardiaco che è tutt’altra patologia – 260mila persone. Possiamo quindi stabilire una media di 722 persone che ogni giorno muoiono di infarto.
L’ultimo dato sulle vaccinazioni in Italia riporta che 200mila persone hanno ricevuto uno degli anticovid, Pfizer, Moderna o AstraZeneca. È difficile ma non impossibile, quindi, che uno dei due dati si sovrappongano. E cioè che uno dei duecentomila faccia parte anche della triste altra classificazione composta di 260mila persone. Sono due componenti che stanno al di sotto dell’uno per cento ma che possono incontrarsi. Come due rappresentanti di due partito di minoranza che si incontrano. Può succedere se entrambi cercano la stessa cosa: salvarsi dalla pandemia.
Quando però questi due dati si incontrano si scatena l’horror vacui. E cioè la paura che sia vuoto il sistema di conoscenza sulla quale poggia la tecnica del nostro tempo. Il timore che il rimedio sia peggiore del male. Oppure si mette in scena l’accentuazione dei toni e della critica generica al sistema delle cose, argomenti tipo la logica della cospirazione, il grande complotto … Tutte sciocchezze con le quali conviviamo abitualmente come un brusio che fa parte del quotidiano ma ora diventano pericolose perché poggiano su paure reali.
Non si tratta di critica alla Scienza. Non c’è qui polemica contro le multinazionali, o contro le grandi concentrazioni dell’industria del farmaco. Quando ci si ammala si adotta la cura che la fase storica ha elaborato per quella patologia. La sfera del libero arbitrio o dell’autodeterminazione ha senso quando sono in campo diverse opzioni possibili non quando nessuna altra alternativa è praticabile. (A meno che non si consideri il ‘ cupio dissolvi ‘ come soluzione).
Argomento per infondere il senso delle cose consiste nel guardare i dati del Regno Unito con più di un terzo dei vaccinati o di Israele che ha quasi terminato questa fase. Lì non si ravvisano dati preoccupanti. Non si capisce perché da noi, in Italia, dovrebbe essere diverso.
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