Il virus cambia faccia

Individuata in Vietnam una nuova variante. Viaggia veloce ed è molto aggressiva

Nuovi nemici in casa

L’Indocina che aveva praticamente contenuto al massimo la diffusione della pandemia, si ritrova oggi un nuovo nemico in casa. Le autorità sanitarie di Hanoi hanno scoperto infatti una nuova variante nata dal “matrimonio” tra quella inglese e quella indiana.

Se la diffusione cominciasse ad allargarsi, scatterebbe una clausura collettiva come nel 2020.

Oggi nel mondo sono quattro le mutazioni del virus a preoccupare l’Organizzazione Mondiale della Sanità. C’è quella inglese, dominante in Europa. L’indiana si è da poco affacciata nel nostro continente ed è considerata molto aggressiva. Poi, nell’ordine temporale, si sono presentate la brasiliana e la sudafricana.

Tutte sono figlie naturali del primo ceppo cinese ma nessuna sembra resistere ai vaccini in commercio.

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In Italia l’Istituto Superiore di Sanità ha diramato una tabella sulla diffusione del virus: la variante inglese è prevalente con l’88,1% dei casi ma in calo rispetto al 91,1% di aprile.

Cresce la presenza di quella brasiliana  con il 7,3% rispetto al 4,5%. E a proposito di Brasile, nei giorni scorsi sono scese in  strada decine di migliaia di cittadini per chiedere la destituzione del presidente Bolsonaro, ritenuto responsabile della gestione disastrosa della pandemia nel Paese che ha registrato ad oggi  460mila i morti.

Tornando in Italia, si segnala la presenza della variante sudafricana e nigeriana con una percentuale dell’1%. Quasi assente quella indiana.

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Tutti i vaccini sembrano comunque efficaci contro le varianti, con percentuali di protezione piuttosto alte: Pfizer e Moderna funzionano piuttosto bene contro la variante sudafricana, la più temuta. Infine il ceppo indiano che, pur essendo molto contagioso, non provoca rischi mortali.

Ora però bisogna fare i conti con la mutazione vietnamita.

 

 

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