Cresce la disponibilità di anticorpi monoclonali

Si rafforzano le modalità di affrontare gli effetti del contagio

 

Si potrebbe parlare con l’enfasi di un tempo di “vittoria democratica”. Ed in un certo senso lo è perché la decisione potrebbe liberarci dall’egida della misura della vaccinazione come forma di pensiero unico dei metodi di avversare il contagio di coronavirus. Giova sempre ricordare che gli anticorpi monoclonali vanno inoculati a contagio evidente e in tempi solleciti. Non sono quindi una forma preventiva, come i vaccini. Sono però una misura che appare come definitiva e con un potenziale attivo nei confronti di qualsiasi tipologia dei Covid, almeno quelle finora conosciute. L’obiezione per cui questa forma di cura non era stata sviluppata industrialmente consisteva nei costi molto alti. Ma in una condizione di contenimento delle quantità di casi e con la possibilità di trovare una metodologia di moltiplicazione degli anticorpi questo sistema dovrebbe apparire più abbordabile. D’altra parte le pubblicazioni in letteratura scientifica si sono fatte sempre più ampie e prospettive. Era impossibile non far conto su questa metodica. Il parere positivo dato da Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) riguarda l’utilizzo dell’anticorpo sotrovimab. Questo specifico anticorpo monoclonale attesta un rapporto beneficio rischio molto favorevole alla prima risposta. La procedura di autorizzazione alla temporanea distribuzione, con Decreto del Ministro della Salute, a questo anticorpo si aggiunge ai bamlanivamb/etesevimab e casirivimab/imdevimab.

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