GUIDONIA - Asilo in fiamme, ipotesi corto circuito

I carabinieri hanno accertato che ieri erano stati eseguiti lavori all’impianto elettrico e nei giorni precedenti era stata effettuata la coibentazione della struttura. Escluso il dolo

L’ipotesi più accreditata è quella del corto circuito. E’ questa l’unica pista riconducibile all’incendio che ieri sera, venerdì primo ottobre, ha distrutto parte dell’asido nido comunale “Il Giardino di Elisa”, la struttura in bio-edilizia realizzata con 600 mila euro di soldi pubblici in località Finestroni a via della Pietrara a Guidonia e aperta da febbraio 2017.

Sul caso i carabinieri della Compagnia di Tivoli diretti dal Capitano Francesco Ferrante e dal Tenente Giovanni Casamassima hanno trasmesso un’informativa alla Procura ma senza ipotesi di reato. Insomma, non c’è alcuna indagine giudiziaria perché già i primi rilievi effettuati dai vigili del fuoco hanno escluso un’origine dolosa del rogo. I militari hanno inoltre accertato che proprio nella giornata di ieri una ditta incaricata dal Comune aveva eseguito dei lavori all’impianto elettrico, mentre nei giorni precedenti era stata effettuata la coibentazione della struttura.

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Per ora i pompieri hanno transennato l’ala dell’asilo danneggiata che domani non potrà essere utilizzata dai 60 bambini di età compresa fra i 3 mesi e i 36 mesi. Intanto gli investigatori dell’Arma hanno convocato l’impresa che ieri è intervenuta sull’impianto elettrico. Impianto che già in precedenza non aveva funzionato granché bene. In particolare l’impianto Uta (Unità di trattamento aria), un particolare sistema di riciclo e raffreddamento che permette di abbassare le temperature, rimase fuori uso per oltre un anno.

Le conseguenze? Durante la stagione calda i bambini erano costretti da restare in ambienti bollenti per dieci ore al giorno. Come se fossero dentro una sauna.

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