TIVOLI – Piscine del Barco, coprirle col vetro o riempirle di ghiaia

Nel 2020 il Tribunale ha ordinato il divieto di balneazione, per applicarlo prospettate tre soluzioni: si pensa anche ai vigilantes ai cancelli per fermare i bagnanti. Tutti i dettagli in edicola oggi su #Tiburno

L’idea è quella di trasformarle in una sorta di acquario per impedire che i clienti possano immergersi all’interno, oppure di ricoprirle con migliaia di metri cubi di ghiaia di cava.
Detta così potrebbe sembrare una battuta di spirito, in realtà potrebbe essere questo il destino delle polle sorgive del Barco, le vasche annesse agli stabilimenti di via Primo Brega gestiti dalle associazioni culturali “Bambù”, “Eden”, “Parco Tivoli”, “La Siesta” e dalla Società agricola “H2SO”.
La maggior parte di esse non esiste più e a gestire i famigerati “laghetti” oggi sono altre associazioni e società, tuttavia sulle polle resta la spada di Damocle di una sentenza emessa l’anno scorso dal Tribunale di Tivoli che ordina l’immediata cessazione della balneazione come richiesto dalla “Acque Albule Spa”, la partecipata per il 60 per cento dal Comune di Tivoli e per il 40 dalla Fincres Spa dell’imprenditore Bartolomeo Terranova, titolare della sub-concessione termale e gestore dello storico stabilimento di Bagni.
Il problema è come applicare quanto stabilito l’8 luglio 2020 dal giudice Francesca Coccoli al termine di una causa civile durata nove anni.
Il compito spetta al giudice dell’Esecuzione Maria Grazia Patrizi, davanti al quale è in corso il contenzioso: ora spunta una bozza di Consulenza tecnica d’ufficio commissionata dal Tribunale che prospetta tre soluzioni possibili per far cessare la balneazione alle polle sorgive.

LEGGI ANCHE  Bimbo di 15 mesi azzannato e ucciso da due pitbull

L’APPROFONDIMENTO SU TIBURNO IN EDICOLA OGGI, MARTEDI’ 23 NOVEMBRE 2021

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.