Pediatra, le peripezie delle mamme di Fiano

Lo sfogo di una mamma alle prese col pediatra, o meglio con la sede dello studio. Lettera aperta a Tiburno

Lettera aperta a Tiburno: l’avventura di una mamma

Sono la mamma di tre bambini e vivo a Fiano Romano. Scrivo questa lettera perché esasperata nel pensare che anche oggi dovrò andare dalla pediatra soprattutto sotto la pioggia.

Vi chiederete cosa centra, ma non so se qualcuno di voi è della zona e sa dove sono i pediatri qui a Fiano Romano.
Struttura abbastanza vecchia, poco curata.

Per la popò al bar

All’interno nei due appartamenti adibiti a studi nessuno dei due bagni presente è agibile, per cui se un bambino o genitore deve andare in bagno è costretto ad uscire e andare al bar…per non pensare che non è nemmeno presente un fasciatoio per cui se un bimbo deve essere cambiato deve fare le acrobazie appoggiandolo sulle sedie o al massimo sul lettino del medico se ti fa la cortesia.

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L’avventura

Raggiungere lo studio è l’atra peripezia. O decidi di accedere dalla strada principale di via Aldo Moro e quindi devi farti una rampa di scale plbella ripida e stretta caricandoti a spalla il passeggino.

Certo se non ce la fai lasci il passeggino lungo la strada e sali con il bambino in braccio..oppure decidi di entrare dal cancello di via Treves.

Ovviamente trovare parcheggio in via Treves è impossibile quindi se hai parcheggiato in via Aldo Moro (se miracolosamente hai trovato qualche buco) e hai preso la decisione di raggiungere lo studio con il passeggino devi aver fatto palestra e avere coraggio nello spingere nella ripida salita di via Treves con le macchine che ti vengono incontro essendo a senso unico.

Il cancelletto

Arrivata in cima tutta sudata devi anche riuscire a fare passare il passeggino dal cancelletto che è stretto e pure da scavalcare. Per non parlare della discesa che se va bene e arrivi in piedi in fondo senza perdere il passeggino è un miracolo.

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Ora non so esagerando, né estremizzando, ma la situazione è davvero questa. E vista pure la mia sfiga che ogni volta che devo portare il bimbo piove devi stare attenta a non scivolare per le scale con lui in braccio (ormai ho scartato definitivamente l’idea di prendere il passeggino).

Vi invito a fare un giro in questo studio perché davvero mi chiedo come in questi anni nessuno si sia mai lamentato e abbia accettato che un servizio pubblico sia svolto in questi posti.

Magari avevano un papà o un nonno che li accompagnava fino all’ingresso, ma non tutti abbiamo queste fortune”.

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