TIVOLI – Presta i soldi “a strozzo” al ludopatico, condannato l’usuraio

Quattro anni di carcere per Antonio De Silvio: a denunciarlo fu un vicino sommerso dai debiti di gioco

Secondo l’accusa, per incutere terrore gli sarebbe sufficiente vantare un’origine sinti e una parentela più o meno alla lontana coi “cravattari” più famosi di Roma, i Casamonica.

Così Antonio De Silvio, 54enne pluri-pregiudicato di Borgonovo, quartiere alla periferia di Tivoli, sarebbe riuscito a prestare soldi “a strozzo” chiedendo interessi stratosferici ad un vicino sommerso dai debiti di gioco.

Per questo ieri, mercoledì 19 ottobre, il Tribunale di Tivoli lo ha condannato in primo grado per usura ad una pena di 4 anni di reclusione, 12 mila euro di multa e all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia ha condiviso totalmente la tesi della Procura che aveva richiesto una pena di 4 anni e una multa pari a 15 mila euro, condannando l’imputato anche al pagamento delle spese processuali.

Antonio De Silvio era stato arrestato dai carabinieri di Tivoli Terme il 2 novembre 2018 a seguito della denuncia di un 47enne italiano di Villanova di Guidonia, affetto da ludopatia e pesantemente indebitato, conosciuto a Favale, frazione di Tivoli dove la famiglia di origine sinti alleva cavalli.

Il 24 agosto 2018 l’uomo si presentò nella caserma di via Alfieri e ai militari raccontò di essersi rivolto a De Silvio perché in difficoltà economiche, ma di essersi ben presto ritrovato sotto il “giogo” delle richieste estorsive.

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Secondo un comunicato stampa diramato dai carabinieri in occasione dell’arresto, l’attività info-investigativa svolta con l’ausilio delle indagini tecniche avrebbe permesso di accertare come De Silvio, approfittando dello stato di bisogno della vittima, avesse ingenerato uno stato di sudditanza psicologica utile a guadagnarsi non solo la restituzione del capitale concesso in prestito, ma di interessi che rasentavano percentuali anche del 90%.

Secondo la Procura, a fronte di prestiti dilazionati in più tranches, la vittima sarebbe stata costretta a restituire all’usuraio, in pochi giorni, cifre pressoché decuplicate.

In particolare, erano tre gli episodi contestati al pregiudicato.

Al prestito iniziale di 9 mila euro sarebbe seguita dopo un mese la restituzione della stessa somma maggiorata di ulteriori 7 mila euro.

Quindi un secondo prestito da 13.700 euro che dopo trenta giorni il 54enne si sarebbe fatto restituire con un interesse di 9.300.

Infine, l’ultima somma concessa da 7.900 euro il mese successivo gli avrebbe fruttato la restituzione con un “benefit” di 7.100.

Tra l’altro, durante le indagini, l’11 ottobre 2018 i carabinieri sequestrarono nell’alloggio di De Silvio a Borgonovo una somma pari a 8.500 euro, tutte banconote segnate e fotocopiate consegnate nella stessa giornata dal denunciante, recatosi all’incontro con l’usuraio con una microspia nascosta addosso.

Ieri il Tribunale ha disposto la confisca degli 8.500 euro, ma non degli altri 4 mila rinvenuti e sequestrati a casa del pregiudicato il giorno della consegna.

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Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate tra 90 giorni.

Il Tribunale ha ridimensionato gli importi contestati”, premette l’avvocato Lorenzo La Marca di Roma (nella foto sopra), legale di fiducia di Antonio De Silvio, personaggio finora noto alle aule di giustizia per reati contro il patrimonio e per truffa.

La parte offesa – spiega ancora La Marca – con la denuncia ha evitato di dover restituire la somma iniziale prestata pari a circa 25 mila euro.

Si tratta di soldi che il mio assistito si era fatto prestare a sua volta da terze persone con l’obiettivo di fare un favore ad una persona che conosce da trent’anni e che era in difficoltà per alcuni debiti delle scommesse.

De Silvio non ha fatto alcuna usura, anzi ci ha anche rimesso soldi considerato che al momento dell’arresto in casa gli furono sequestrati 4.500 euro della figlia e di un fratello del mio assistito, entrambi portatori di handicap e percettori di pensione di invalidità: è tutto documentato.

Attendo di leggere le motivazioni della sentenza per presentare ricorso in Corte d’Appello e dimostrare che Antonio De Silvio non è un usuraio”.

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