GUIDONIA – “Fermare il femminicidio con la Cultura”, l’appello del Procuratore agli studenti

Francesco Menditto al Liceo "Majorana": "Ogni tre giorni viene uccisa una donna"

Giovedì 15 febbraio nell’auditorium “Mario Verdone” del Polo Liceale e Tecnico (ex Majorana ed ex Pisano) di Guidonia si è tenuto un incontro-dibattito con il Procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto.

Il magistrato, che da alcuni anni partecipa ad incontri dell’istituto di via Roma su temi sociali delicati, come quello del terrorismo in Italia e in Europa a cura della Fondazione Occorsio, per questo appuntamento di febbraio, in accordo con le docenti Antonella Grippo e Francesca Russo, e il preside, Eusebio Ciccotti, ha scelto una riflessione sul tema, attualissimo, del femminicidio: “Siamo  – ha detto in apertura Francesco Menditto –  purtroppo, negli ultimi tempi, ad almeno un femminicidio ogni tre giorni”.

Come consuetudine, dopo l’inno d’Italia, che apre ogni incontro presso l’Auditorium, cantato in piedi dai 240 ragazzi, vi è stata una introduzione musicale.

Federico Di Cosimo, terzo anno del liceo musicale, ha suonato al pianoforte e cantato “Luna”, accompagnato alla batteria da Raffaele Pesci (secondo anno di liceo musicale).

“Luna” è una canzone dedicata ad una ragazza, scritta quando Federico aveva 14 anni, e che sta avendo un grande diffusione sulla rete.

Diverse ragazze avevano dei cartelli con scritto su delle frasi che “giustificano”, secondo una aberrante mentalità corrente, l’inferiorità sociale della donna e portano alle violenze, psicologiche e fisiche, contro di esse, sino, in alcuni casi, a violenze contro la donna. 

“Ancora non hai fatto un figlio!”; “Non è roba per donne”; “Guidi bene per esser una donna”; “Piangi come una femminuccia!”; “Sei nervosa. Hai il ciclo?”.

Il Procuratore Menditto ha iniziato proponendo una riflessione sul fatto che nella società attuale, in diversi Paesi, incluso il nostro, i ruoli apicali nel mondo del lavoro sono ancora ricoperti nella maggioranza da uomini.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - Gru pericolante, domani viale Roma sarà riaperta

Che in Italia nelle università, nella magistratura, nelle forze di polizia, solo a partire dagli anni Sessanta si registrano, timidamente, i primi casi di donne chiamate a ricoprire tali ruoli.

Ha poi chiesto ai ragazzi chi volesse proporre una definizione di “femminicidio”.

Una ragazza, Azdagh Yasmin, terzo anno di liceo scientifico, ha risposto, senza esitazione: “l’uccisione di una donna in quanto donna”.

Il procuratore ha ringraziato la studentessa per l’ineccepibile definizione.

L’incontro-dibattito ha toccato molti punti, come quello riguardante l’uso della lingua italiana.

La professoressa Grippo ha sottolineato come ella abbia incontrato difficoltà, in quanto donna, ad esser definita “storica” quando si è trovata in consessi di convegnistica, poiché il linguaggio “è ancora declinato al maschile”.

Che nelle Tv nazionali, ha aggiunto, programmi dedicati alla Storia, per esempio, sono curati dagli “storici” e non dalle “storiche”.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - Elezioni, si candida senza documento di riconoscimento: esclusa

Il professor Ciccotti ha ricordato come nel cinema le donne registe siano ancora poche, e, sino ad alcuni anni fa, per molti attori, essere diretti da donne era visto con ironia e battute sessiste sul set.

La professoressa Francesca Russo ha riportato la sua esperienza di collaboratrice con i centri antiviolenza, di aiuto alla donna.

Francesco Menditto, in chiusura, ha ricordato agli adolescenti che in Italia esiste il numero 1522, per chiedere qualunque aiuto o consiglio in situazioni di sospetti pressioni, soprusi o violenze subiti, e che la chiamata è anonima.

Che bisogna prestare attenzione a quando un ragazzo o un giovane uomo, usa la “gelosia”, il controllo del cellulare della ragazza, il voler volere conoscere tutti i suoi movimenti durante la giornata.

Sono indizi che stanno trasformando un amore in qualcosa di malato.

Infine, il Procuratore Capo di Tivoli ha rammentato alle ragazze e ai ragazzi che leggere, studiare e partecipare alla vita culturale, come già fanno, rende liberi e maturi, non manipolabili psicologicamente da nessuno.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.