TIVOLI – Elezioni 2024, la candidata sindaca di “48 Piazze” si presenta

Francesca Chimenti, insegnante di 48 anni, consigliera comunale uscente della lista “Una Nuova Storia”

Una città spenta, dove le uniche attività commerciali che funzionano sono quelle della ristorazione.

E neanche tutte, ma soltanto di “pochi fortunati”.

Per il resto, degrado, incuria, risse, omicidi, clochard morti.

Insomma, un Bronx.

Viene descritta così la Città di Tivoli da Francesca Chimenti, insegnante di 48 anni, negli ultimi 5 consigliera comunale di opposizione eletta nel 2019 nella lista civica “Una Nuova Storia”.

Eppure, alle prossime elezioni comunale dell’8 e 9 giugno Francesca Chimenti ha deciso di candidarsi a sindaca di Tivoli, Città dell’Arte, sede di siti patrimonio dell’Unesco.

A sostenerla è la coalizione “48 PIAZZE”, un cartello elettorale composto dal Movimento 5 stelle, dalle liste civiche “Una Nuova Storia” e “Polis”, da “Sinistra Italiana” e dall’area costituente di “Verso il Partito del Lavoro”, oltre al ricostituito PSI di Tivoli.

Nel suo entourage Francesca Chimenti viene definita come la novità del panorama politico tiburtino.

Insegnante, durante gli studi universitari in sociologia ha conosciuto il precariato, l’auto-imprenditoria, il lavoro dipendente. Convive da 20 anni con Gian Luigi compagno di vita con cui ha avuto una figlia, Eva, e cresciuto insieme a lui Valerio.

“In questi cinque anni tante le proposte e le battaglie. Dalle scuole alla viabilità, dalle imprese alla cultura e allo sport – dicono nell’entourage – Cinque anni complicati in cui la maggioranza del Sindaco Proietti, non ha mai voluto nessun confronto né dialogo.

Quel confronto e quel dialogo che sono invece tratti distintivi di Francesca, caratteristiche fondamentali per una Sindaca in grado di guardare alle necessità delle persone e del territorio, capace di cambiare il destino di tutti e non soltanto di “pochi fortunati”.

• Dottoressa Chimenti, chi è “48 PIAZZE”?

“E’ una coalizione che nasce da un confronto serrato tra le forze politiche più innovative del territorio che da anni hanno condiviso tante battaglie e soprattutto la costruzione di un progetto politico di rinascita della città.

Un progetto che sta puntando alle elezioni del 2024 ma che allo stesso tempo sta costruendo uno spazio politico aperto, estraneo alle vecchie dinamiche della politica, impegnato a formare una nuova classe dirigente giovane che metta al centro di ogni politica le persone e la città.

Un progetto che continua a rimanere aperto a tutti coloro che vogliono abbracciare, con tenacia e determinazione, l’impegno per una Tivoli aperta, inclusiva e libera, una Tivoli in cui poter vivere bene”.

• Quale è il suo progetto per la città di Tivoli?

“Tivoli è ormai una città spenta e priva di stimoli, vive d’inerzia. La politica degli ultimi 5 anni, fatta solo di equilibri interni da mantenere e incarichi politici da garantire, non ha ascoltato in nessun modo le necessità del territorio e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

La città, da cinque anni, non è solo ferma ma è tornata indietro. Tranne per qualche “fortunato”. Il degrado ambientale, sociale ed economico caratterizza ormai il territorio. L’aumento della violenza fino a risse sfociate in omicidi, gli incendi di autovetture nelle ore notturne in parcheggi di aree abitate, i senza tetto che perdono la vita in un’autorimessa pubblica a Tivoli Terme ormai abbandonata da anni, le strade e le scuole chiuse da anni, la carenza di servizi soprattutto fuori dal centro della città, la gestione fallimentare del verde pubblico e l’assenza di cura degli impianti sportivi segnano la Tivoli che ormai ci circonda.

E molto ancora ci sarebbe da dire.

Tutto questo è intollerabile e paradossale per una città che dichiara al suo ingresso di essere “città d’arte”, una città con beni patrimonio Unesco, ricca di storia, di bellezza e di ricchezze naturali inestimabili. E’ necessario un Progetto complessivo che abbia una visione d’insieme della città ma che sappia riconoscere le specificità di tutti i territori; un Progetto di riqualificazione e sviluppo, soprattutto nei settori del Turismo e della Cultura, azioni di sostegno alle aziende, in special modo quelle piccole e medie.

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Il Commercio tiburtino è in difficoltà e le uniche attività che godono di buona salute sono quelle del centro città dedicate alla ristorazione. La gran parte delle attività commerciali è spesso vessata da tasse locali troppo elevate e non riceve in cambio le dovute attenzioni e i servizi necessari.

Ripristinare il decoro urbano è essenziale sia per la vita quotidiana delle persone che per l’immagine della città che diamo ai turisti; è importante prendersi cura del verde pubblico per restituire i parchi ai cittadini come luoghi sicuri e puliti in cui portare i bambini a giocare, i ragazzi e le ragazze a condividere spazi aperti e le persone anziane a poter passeggiare con serenità.

La sicurezza è un altro tema molto sentito che non può essere risolto solamente con la videosorveglianza e con operazioni di controllo o repressione; è indispensabile integrare tali azioni e far rivivere la città anche attraverso iniziative culturali e di socializzazione che permetta ai territori di tornare ad essere luoghi di aggregazione e pertanto anche di controllo sociale virtuoso.

Bisogna lavorare per favorire l’inclusione sociale e il recupero dell’emarginazione per sottrarre alcune aree al degrado e in questa ottica è fondamentale creare costanti collaborazioni con le realtà associative, soggetti indispensabili per costruire e mantenere un continuo confronto con la cittadinanza affinché la partecipazione attiva sia reale e sostanziale.

Per quanto riguarda i servizi sanitari, ulteriormente provati prima dell’incendio dell’ospedale San Giovanni Evangelista, l’Amministrazione Comunale non può sottrarsi al proprio ruolo e deve essere parte attiva nella difesa e potenziamento della sanità pubblica e dei servizi sul territorio: è necessario avviare un confronto serrato con La Regione Lazio e la ASL locale.

Una delle falle più evidenti dell’Amministrazione uscente è stata quella di non aver previsto gli assessorati alla Cultura, allo Sport, alle Attività Economiche e al Turismo. L’assenza di queste deleghe ha ulteriormente aggravato la situazione di crisi in cui è precipitata la città: questi sono settori vitali intorno a cui è necessario costruire il nostro futuro.

Per questo è nostra intenzione, per esempio, valorizzare il ruolo e la funzione della DMO Tivoli e Valle dell’Aniene, il progetto Tivoli Capitale Italiana della Cultura e tutte le iniziative coerentemente protese a realizzare un effettivo cambiamento finalizzato allo sviluppo economico, sociale e culturale della città. Inoltre sarà necessario porre attenzione a tutte le realtà agricole locali per stimolare uno sviluppo del settore agricolo che a sua volta coinvolge e può stimolare direttamente anche altri settori quali il turismo sostenibile, la produzione e la commercializzazione di prodotti locali, la valorizzazione delle risorse ambientali e naturali.

A questo si aggiunge la necessità di porre finalmente attenzione al Fiume Aniene fino ad oggi totalmente assente nelle politiche del territorio. Tivoli, inoltre, è da sempre punto di riferimento per tanti paesi della Valle dell’Aniene e proprio per questo è necessario avviare progetti con i Comuni limitrofi al nostro che porteranno vantaggi a noi e ai nostri vicini: due esempi tra tutti sono il Distretto Turistico e Culturale e la gestione coordinata dei Rifiuti Solidi Urbani.

È necessario agire insieme per trovare soluzioni comuni e avviare un processo di chiusura del ciclo dei rifiuti con l’obiettivo di diminuire i costi e quindi ridurre la TARI a carico delle famiglie e delle utenze non domestiche.

Un’attenzione particolare sarà posta alla scuola Sandro Pertini di Tivoli Centro (cosiddetta scuola del Gesù) ormai chiusa da quasi 5 anni e per la quale non è stato alcun fondo per la sua riapertura”.

Un bel progetto, Dottoressa Chimenti: ma i soldi dove li trovate?

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Come sta messo il Bilancio del Comune di Tivoli?

“Il risanamento del bilancio sarà l’azione primaria che dovremmo mettere in campo. Il Bilancio del Comune di Tivoli è in evidente difficoltà ed ha risvolti strutturali preoccupanti e negli ultimi cinque anni è mancata la competenza e la capacità di programmazione. I margini di manovra che oggi vengono utilizzati sono del tutto fittizi perché basati su alienazioni di beni comunali invendibili.

La Corte dei Conti ha evidenziato le debolezze del bilancio relativamente a flussi finanziari, residui passivi, fondo debiti di dubbia esigibilità, incapacità di realizzare compiutamente gli incassi, mancanza di una struttura adeguata a sostegno proprio della fase di incasso e recupero economico e finanziario. Anche il Collegio dei Revisori ha evidenziato e confermate queste fortissime criticità.

Ed è proprio da qui che bisogna ripartire se si vuole ridare solidità all’intera attività amministrativa.

Nel bilancio attuale non ci sono margini per poter effettuare investimenti e la stessa spesa corrente è a rischio. Ed è per questo che per la gestione del bilancio occorrerà il massimo della competenza e della coesione politica e amministrativa.

Il presidio sul bilancio e gli interventi di risanamento strutturale per recuperare le carenze saranno la base da cui partire, unico modo per poter poi nel tempo ottemperare agli impegni presi. Senza un bilancio risanato non si va da nessuna parte.

Dal Bilancio parte la nostra rivoluzione a Tivoli”.

L’amministrazione uscente ha trovato un metodo per risanare il Bilancio: le Strisce Blu.

E lei che farà?

“Parlare esclusivamente di parcheggi pubblici a pagamento (strisce blu) è riduttivo e poco risolutivo. Purtroppo, è quello che ha fatto in questi anni la giunta Proietti, senza nessun tipo di analisi né sulla situazione dei parcheggi né sulla viabilità.

Ha improvvisato “soluzioni” che hanno avuto il solo risultato di alzare i costi per la cittadinanza e rendere la quotidianità più complicata. Sono, inoltre, state emanate delibere su zone ZTL (vedasi Via dell’Inversata) e aree pedonali (vedasi Via dei Sosii) senza nessun confronto con i cittadini coinvolti, senza nessuna, e sottolineo nessuna, considerazione del parere negativo della polizia locale e neanche del punto di vista dell’opposizione.

L’attuazione dell’area pedonale di Via dei Sosii in questi giorni è l’ennesimo atto arrogante di questa maggioranza che boccia le mozioni dell’opposizione che chiedono la sospensione della delibera per una discussione e un confronto partecipato.

La situazione della viabilità e dei parcheggi a Tivoli è drammatica e il traffico, aggravato dalla chiusura ormai pluriennale della strada di Quintiliolo, sta diventando un elemento che incide fortemente sulla qualità della vita delle persone.

Sono anni che chiediamo la redazione di un Piano Urbano del Traffico (PUT) e di un Piano Urbano (PUS) della Sosta che rappresentano gli strumenti indispensabili per mettere in campo decisioni razionali e concrete per cercare di migliorare la viabilità cittadina ma soprattutto rappresentano due strumenti interdipendenti e che non possono prescindere l’uno dall’altro se si vogliono applicare politiche serie e concrete.

Basti pensare all’installazione dei semafori intelligenti (gli ormai “incappucciati”) alla rotatoria di Largo San Giovanni che sono stati fallimentari e dannosi per la viabilità. Anche questa una scelta fatta senza uno studio a monte e senza quindi una visione di insieme.

Praticamente un atto di totale irresponsabilità. Il PUT e il PUS sono inoltre studi indispensabili per un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile con una conseguente necessaria revisione del Trasporto Pubblico Locale.

Sarà quindi necessaria una totale rimodulazione e revisione delle “strisce blu” soprattutto cercando di tenere in dovuta considerazione le esigenze dei residenti e dei pendolari fortemente penalizzati dai provvedimenti presi negli ultimi anni”.

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