GUIDONIA - S’indebita per pagare gli alimenti alla ex, condannati gli strozzini

Prestiti e pestaggi, una spirale di violenza senza fine

Avevano bisogno di soldi, contanti freschi coi quali risolvere i problemi economici.

Uno con duemila euro avrebbe dovuto pagare gli alimenti all’ex moglie e alla figlia. L’altro con 5 mila avrebbe coperto qualche “buffo” contratto in giro.

Solo che anziché chiederli in prestito in banca o a una finanziaria, entrambi si erano rivolti alle persone sbagliate, che erano arrivate a chiedere la restituzione del prestito con tassi di interesse di gran lunga superiori al limite consentito dalla legge.

Per questo ieri, mercoledì 10 aprile, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado per usura ed estorsione Andrea A., 52enne di Colle Fiorito di Guidonia, a 4 anni, 4 mesi e una multa di 1.500 euro, e per usura Cristiano A., 56enne di Supino, alla pena di 3 anni e 6 mesi oltre all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Sergio Umbriano e Matteo Petrolati – ha assolto il 52enne Andrea A. per intervenuta prescrizione dalle accuse di lesioni personali aggravate, dichiarando di non doversi procedere nei confronti di Pellumb P., un albanese residente a Tivoli Terme imputato per gli stessi reati e per detenzione illegale di armi in quanto deceduto.

La sentenza di ieri è stata emessa a 13 anni dai fatti e la Procura di Tivoli aveva richiesto una pena esemplare di 8 anni e 2.500 euro di multa per i due imputati.

La vicenda risale infatti al periodo compreso tra il 30 aprile 2011 e il 5 luglio 2011, giorno in cui i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Tivoli arrestarono Andrea A. e Pellumb P.

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L’inchiesta dei militari all’epoca diretti dal capitano Emanuela Rocca era iniziata a maggio 2011, quando un autista di Guidonia centro, oggi 62enne, si era presentato nella caserma di viale Aldo Moro con gli occhi neri e un referto medico in mano da 15 giorni di prognosi per trauma cranico, lesioni al volto e al bulbo oculare.

L’uomo raccontò di essere stato “gonfiato” da Andrea A. e Pellumb P., all’epoca 38 e 36 anni, che pretendevano indietro i duemila euro prestati il mese prima con tanto di interessi da capogiro fino a sforare il tasso usurario.

Pare che la vittima si fosse rivolto all’albanese – una sua vecchia conoscenza – in lacrime, rivelando di aver bisogno subito di contante per far fronte alle spese di mantenimento dell’ex moglie e della figlia. A suo dire, la separazione lo aveva ridotto sul lastrico spingendolo nelle mani di Pellumb P., considerato dagli inquirenti il collegamento con Cristiano A., il finanziatore dell’operazione.

Fatto sta che il debito di 2 mila euro in un mese sarebbe cresciuto in maniera esponenziale e l’autista nei trenta giorni stabiliti sarebbe riuscito a saldare soltanto un terzo del debito.

Per questo a maggio 2011 l’autista avrebbe incontrato di nuovo Pellumb P. e Andrea A., ai quali non erano andate a genio le giustificazioni del “cliente” che fu caricato a forza sulla sua Citroen e conciato per le feste.

A quel punto il debito era “lievitato” a 4 mila euro, così la vittima si era rivolto ai carabinieri chiedendo protezione e denunciando l’estorsione.

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Così era scattata l’operazione.

L’autista di Guidonia aveva concordato un appuntamento al parcheggio del lunganiene Peppino Impastato di Tivoli per martedì pomeriggio 5 luglio 2011 con la scusa di saldare il debito iniziale di duemila euro.

I soldi c’erano, ma le banconote erano già state fotocopiate. Ai carabinieri per intervenire e far scattare le manette bastò attendere il “passaggio” della busta contenente il denaro dalle mani della vittima a quelle degli estorsori.

Durante le perquisizioni i carabinieri sequestrarono in casa di Pellumb P. un coltello a serramanico e una pistola semiautomatica marca Berardinelli calibro 6,35 illegalmente detenuta e sei cartucce. Andrea A. fu invece trovato in possesso di un tirapugni utilizzato per i pestaggi dei creditori lenti a pagare.

Le successive indagini dei carabinieri scoperchiarono un altro giro di “strozzo” ai danni di un 50enne finito nella rete degli usurai già a novembre 2010. L’uomo ottenne da Cristiano A. un prestito di 3 mila euro che dopo un mese era “lievitato” a 6 mila euro e alla fine fu costretto a restituirne 10 mila.

Ieri il Tribunale di Tivoli ha disposto la confisca di 700 euro ciascuno per Cristiano A. e Andrea A., oltre alla confisca e alla distruzione del tirapugni, del coltello a serramanico e della pistola sequestrati nel blitz del 5 luglio 2011.

Disposti inoltre il dissequestro e la restituzione di una banconota da 50 euro all’autista 62enne di Guidonia, della somma contante di 1.350 euro agli aventi diritto e della Citroen Saxo sequestrata durante l’operazione dai carabinieri.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

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