Un giro di fatture false per oltre 100 milioni di euro, 11 arresti

La Guardia di Finanza scoperchia una maxi frode all'Iva

Era un sistema perfetto, con società “cartiere” e “teste di legno” attraverso i quali venivano effettuate operazioni fittizie per non versare l’Iva all’Erario.

Così i militari della Guardia di Finanza di Roma hanno arrestato 11 persone tra imprenditori e professionisti, tutti indagati per associazione a delinquere finalizzata all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, nonché all’auto-riciclaggio, sequestrando beni mobili e immobili per un valore sino a 25 milioni di euro.

Secondo un comunicato stampa diffuso oggi, mercoledì 15 maggio, dal Comando Provinciale di Roma, i finanzieri hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari agli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, su richiesta degli uffici di Roma e Torino della Procura Europea (EPPO).

Il provvedimento costituisce l’epilogo di indagini delle Fiamme Gialle del primo Nucleo Operativo Metropolitano della Capitale che hanno fatto piena luce su una frode all’I.V.A., che ha causato un ammanco per il bilancio dell’Unione Europea e dello Stato quantificabile in oltre 25 milioni di euro.

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L’operazione si è sviluppata con la collaborazione di altri reparti del Corpo di stanza a Reggio Emilia, Novara, Bologna, Napoli, Milano, Prato, Torino, Viterbo, Foggia e Como.

Secondo il comunicato stampa, gli investigatori sono riusciti a smascherare l’attività illecita di un sodalizio criminale, che aveva costituito numerose società “cartiere”, intestate a soggetti prestanome, prive di qualsivoglia struttura operativa e di personale alle dipendenze – che venivano fittiziamente interposte negli acquisti di prodotti elettronici da paesi dell’Unione Europea da parte di imprese nazionali, assumendosi l’integrale debito IVA, che non veniva mai versata all’Erario.

Grazie all’evasione dell’IVA, e’ stato possibile piazzare sul mercato articoli a prezzi più bassi, determinando una sensibile alterazione della concorrenza.

Stando sempre al comunicato, l’organizzazione sarebbe stata strutturata in maniera verticista, con la partecipazione e l’ausilio di compiacenti professionisti contabili: gli affiliati comunicavano al suo interno con l’utilizzo di diverse tipologie di comunicazioni criptate non tracciabili.

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Gli elementi raccolti hanno permesso di ottenere dal G.I.P. l’emissione del mandato di cattura per gli 11 indagati, 5 dei quali destinatari anche della misura dell’interdizione dagli uffici direttivi delle imprese e degli enti per dodici mesi.

Il Gip ha ordinato inoltre il sequestro preventivo – sia in forma diretta che “per equivalente” – di cespiti e quote societarie per un valore pari al profitto acquisito dal gruppo criminale, nella disponibilità delle 11 società coinvolte e degli indagati.

Nel comunicato stampa le Fiamme Gialle sottolineano che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari e, in attesa del giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati.

L’operazione si inquadra nella più ampia azione posta in essere dall’Autorità Giudiziaria e dalla Guardia di Finanza di Roma a contrasto delle frodi fiscali che alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.

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