GUIDONIA – Detenuto ai domiciliari organizza un party in casa con gli amici: in galera

Il 29enne italiano festeggiava il compleanno, ma i vicini hanno allertato la Polizia tramite l’app YouPol 

Aveva ottenuto i domiciliari, ma anziché scontare la condanna buono buono e rispettare il divieto assoluto di comunicare –  anche telefonicamente o via social – con persone diverse dai familiari conviventi, ha organizzato la festa di compleanno in casa con gli amici.

Così per un 29enne italiano accusato di rapina aggravata e detenzione e traffico di sostanze stupefacenti si sono aperte le porte del carcere a seguito dell’aggravamento della misura cautelare disposto dall’Autorità Giudiziaria.

Secondo un comunicato stampa diffuso oggi, martedì 13 maggio, dalla Questura di Roma, il fatto è accaduto in uno stabile di Setteville Nord di Guidonia, dove il 29enne romano originario di Quarticciolo era detenuto.

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Gli agenti del Commissariato Tivoli sono intervenuti a seguito della segnalazione di un residente, che lamentava rumori molesti provenienti dall’appartamento attraverso l’app YouPol della Polizia di Stato, strumento gratuito che permette ai cittadini di inviare segnalazioni con testo, immagini, audio e video alla sala operativa.

Quando gli agenti hanno suonato al citofono, il festeggiato ha cercato di guadagnare tempo per far allontanare gli invitati.

Due degli ospiti non autorizzati, però, sono stati intercettati dai poliziotti sulle scale.

Per gli altri quattro, invece, che erano ancora seduti attorno alla tavola “apparecchiata a festa” quando è intervenuta la polizia, è scattato il “party’s over” prima ancora della mezzanotte.

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Una sorpresa non gradita al festeggiato e agli invitati, due dei quali hanno provato anche ad opporre resistenza agli agenti mentre il padrone di casa lamentava l’intrusione dei poliziotti nella sua serata “libera” tra le mura di casa.

Il detenuto ha anche giustificato il party non autorizzato con la scusa di una festa a sorpresa preparata dagli amici più stretti: la giustificazione non è stata sufficiente per evitare di finire a Rebibbia.

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