VIDEO Corcolle – Arriva la Lega: Borghezio accolto tra applausi e dissenso

E da subito viene circondato dai cittadini che si sono fatti trovare al bar di fronte alla posta di via Sant’Epidio a Mare. Sente le voci e i racconti. Dei problemi del quartiere non si interessa: “Per potare gli alberi dovete chiedere a qualcun’altro”, risponde. Certo, perchè il suo interesse è sulla questione “sicurezza”. “Ho chiamato il responsabile personale di Atac per vedere se stanno prendendo provvedimenti – spiega Borghezio -, il flusso di immigrati che sono arrivati qui e che salgono in massa sugli autobus, aggredendo la gente, deve essere controllato”. E alla domanda se fosse arrivato comunque a Corcolle qualora fosse stato un gruppo di italiani ad aver aggredito Elisa De Bianchi quella “maledetta” sera, lui la prende larga: “Vado dove mi invitano, dunque eccomi qui”.

La scena va avanti con Borghezio al telefono che dopo il dirigente Atac, con cui ha un’accessa conversazione ad un certo punto, passa al Prefetto: “Mi ha dato un appuntamento durante questa settimana, vi farò sapere”.

 

Un siparietto davvero ambiguo quello che si è consumato stamattina a Corcolle. Qualcuno ha pensato addirittura di “ricordarlo” con una scritta sulla parete di una palazzina accanto alla posta: “Lega salvaci tu”. Siamo arrivati alla follia? “Non mi interessa chi arriva, basta che ci da una mano a risolvere una situazione che la politica locale non ha intenzione di affrontare – dice Emilio Tori, l’autista Atac, residente a Corcolle, che la sera del 20 settembre scorso ha soccorso Elisa -. Non siamo razzisti, ma ci sentiamo abbandonati da tutti e tra un paio di giorni si dimenticheranno di noi, quindi ne approfittiamo”. Ma non tutti sono dello stesso avviso: “Che è venuto a fare questo signore che è razzista con gli stessi italiani del sud” – dice un residente. Mentre una mamma prova a fargli capire che “a Corcolle i problemi sono ben altri”.

 

Dopo l’incontro con i residenti, Borghezio si fa portare a fare “un giro per il quartiere”. Ma, com’era prevedibile, viene condotto subito in via Novafeltria, al centro d’accoglienza. Una “rignizione” che per fortuna non è sfociato in un incontro con gli ospiti. Ragazzi che da quando sono arrivati, si sono barricati all’interno della struttura per paura di aggressioni.

 

Veronica Altimari

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