La parlamentare della Valle dell’Aniene esce dal Pd. Gregori: “Voglio cambiare il paese, da sinistra”

Gregori per spiegare la sua decisione si è affidata ad un comunicato diffuso anche sulla sua pagina Facebook.

“Carissimi cittadini – ha spiegato l’onorevole – mi rivolgo a voi, a tutte quelle persone che nel dicembre 2012 – con il loro sostegno – mi hanno consentito di entrare in uno dei luoghi più autorevoli della rappresentanza democratica, e ai quali sento di dover spiegare le motivazioni della mia scelta.
Mercoledì scorso con grande sofferenza personale e politica, ho rassegnato le mie dimissioni dal Gruppo Parlamentare del Partito Democratico. Credetemi, ho provato e riprovato a cercare una sintesi, nel gruppo e nel partito, per migliorare i provvedimenti legislativi e dare voce e rappresentanza al mondo del lavoro, della scuola, dei diritti, temi di una sinistra che oggi fatica sempre più ad affermare le proprie ragioni culturali, sociali e politiche – e di cui l’astensionismo nelle recenti elezioni amministrative ne è la prova evidente.Il Pd non ha compreso che quel popolo ci sta chiedendo un segnale di vita, di speranza, di prospettiva, e di discontinuità nelle politiche di governo. E io, con Fassina, Civati, Cofferati, Pastorino e tante compagne e tanti compagni, tra il Pd e il popolo democratico abbandonato dal Pd, scelgo il secondo.

 

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Ci sono uomini e donne che credono ancora che il cambiamento sia possibile, anzi necessario e urgente, ma ciò non è realizzabile nel Pd. La scelta del Governo Renzi di approvare al Senato il ddl Scuola attraverso il voto di fiducia è grave sul piano del corretto funzionamento delle Istituzioni, della rappresentanza democratica ed è insostenibile sul piano politico per un partito che vuole rappresentare e difendere le ragioni dei docenti, degli studenti e delle loro famiglie. Come con la delega al lavoro, anche con il ddl Scuola il Governo Renzi contraddice radicalmente il programma sul quale ciascun parlamentare del Pd è stato eletto. Sono, in entrambi i casi, svolte liberiste, ingiuste per i diretti interessati e dannose per la ripresa economica e morale del nostro Paese.
Ecco perché, insieme a tante donne e uomini che hanno creduto e costruito il Pd e ora sono smarriti di fronte a queste pseudo riforme, regressive e demagogiche, per giunta calate in un partito che sta affogando tra beghe correntizie, conformismi e trasformismi di ogni sorta, intendiamo avviare un cammino sui territori del nostro Paese. Vogliamo incontrare chi non si è rassegnato all’esistente, chi non si arrende al dominio dei poteri più forti. Vogliamo ascoltare chi domanda dignità nella persona che lavora, chi reclama uguaglianza e giustizia sociale, e chi intende impegnarsi per valorizzare l’ambiente in cui vive, come lo ha celebrato Papa Francesco nell’ultima Enciclica.
Con questi obiettivi, vi aspettiamo numerosi Sabato 4 luglio a Roma al Palladium per raccogliere la sfida di una sinistra di governo, per un’agenda alternativa, in Italia e in Europa”.

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