“Sai chi è Dino?”, i manifesti che raccontano di un ragazzo morto per mano della polizia

budroni 1Dopo l’assoluzione in primo grado all’agente che ha sparato il fratello, ora Claudia Budroni sorella di Dino, sta combattendo per accendere i riflettori sul processo d’Appello che inizierà il 4 aprile. Per questo motivo giovedì 31 marzo alle ore 13 si terrà una conferenza alla Sala Stampa della Camera in via della Missione 4, organizzata dall’associazione Acad che segue i casi in cui le vittime siano morte per mano delle forze dell’ordine. Ovviamente per questo, come per tutti gli altri casi, le dinamiche e le responsabilità vanno sempre accertate in giudizio.

“Una delle storie più gravi e violente succese negli ultimi anni in merito agli abusi di potere – dice Luca Blasi, coodinatore di Acad – Abbiamo fatto insieme a Claudia uno sforzo eccezzionale per fare in modo che l’attenzione mediatica sia massima in vista della corte d’appello. Quindi l’idea dei manifesti, che andrà avanti: il prossimo passo metteremo l’immagine di Dino con i riferimenti web i cui reperire le notizie sulla sua drammatica storia”. Dopo la tappa a Bruxelles, in cui la storia di Dino è arrivata al Parlamento europeo lo scorso 15 marzo insieme alle famiglie di Cucchi e Uva, arriva la conferenza stampa alla Camera dei Deputati. “Un processo per nulla positivo – continua Blasi – aggravato dall’atteggiamento fastidioso nei confronti della famiglia a cui è stato detto addirittura di ‘aver parlato troppo’. Pntuamo ad un epilogo diverso in appello”.

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LA MORTE

Dino Budroni, secondo gli inquirenti, si era recato in via Quintilio Varo, a Cinecittà, dove abita una donna di 41 anni separata dal marito – da cui ha avuto un figlio – e che Budroni aveva frequentato per 5 mesi, non accettando però che la storia potesse finire. Budroni sarebbe andato lì, poco dopo la mezzanotte di sabato 30 luglio 2011, danneggiando il portone dell’edificio, il gabbiotto del portiere e la porta dell’abitazione della donna, che ha chiamato i poliziotti.
All’arrivo della “pantera”, Budroni si sarebbe allontanato. Poi l’inseguimento sul Raccordo in direzione dell’uscita Nomentana. All’altezza dell’uscita Bretellina i due colpi, di cui uno letale sparato dall’agente di Polizia Michele Paone quando la sua macchina era praticamente ferma. Il 15 luglio 2014 l’assoluzione dall’accusa di omicidio colposo.

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