Stefano: “Ecco come trasformare un semplice giardino in un paradiso tropicale”

 

 

CHI E’ Stefano Barzocchini

Classe ‘69 e romano di origini, vive da oltre vent’anni a Villa Adriana e lavora nel centro di Roma come direttore di una boutique di alta moda sartoriale. Nato sotto il segno zodiacale del Capricorno, si definisce una persona testarda, tenace e impaziente. Da grande esteta, ama curare ogni dettaglio anche nell’arredamento della sua casa, compreso il suo giardino che tiene come un gioiello.

 

Tra le Agavaceae da collezione una delle piu rare e l Agave Regina

Stefano, come è nata l’idea di cambiare volto al tuo giardino?

In realtà è stato un mio caro amico, Massimo Cialoni, appassionato di botanica e in particolar modo di palme, a suggerirmi di trasformarlo in un giardino tropicale. Così, dall’autunno scorso, con il suo aiuto ho iniziato il restyling . Ho regalato tutte le mie vecchie piante a mia madre per ospitare le nuove specie di sempreverdi tropicali e sub tropicali. Ho tenuto solo il Rincospermum e l’ulivo, non avrei mai potuto sradicarlo dopo vent’anni che abita in questa casa.

 

Quante sono le nuove arrivate?

Oltre cento, tra cui una schiera di Agavaceae da collezione, molto rare, e le mie adorate palme tra le quali la Butia Capitata, la Brahea Armata e la Trachycarpus Wagnerianus che sono originarie rispettivamente dell’America del Sud, del Messico e Giappone.

Una passione abbastanza costosa oltre che impegnativa…

Direi proprio di sì, considerato che l’acquisto di quattro Syagrus Romanzoffiana (conosciuta come palma regina) mi è costato all’incirca mille euro.

 

Queste piante, in special modo le palme, non soffrono il clima freddo dell’inverno ?

La maggior parte no. Ho scelto appositamente specie capaci di sopportare anche le fredde temperature fino a -18°. Durante i mesi invernali quelle più delicate, come la Phoenix Roebelenii, vivranno nella serra.

 

IMG 5205Di quali cure hanno bisogno per essere così rigogliose?

Innanzitutto vanno concimate, in media ogni dieci giorni, nel periodo che va da marzo ad ottobre. Poi, chiaramente, hanno necessità di essere innaffiate con regolarità   (in estate ogni due –tre giorni) evitando troppa umidità che può farle marcire o essere causa di parassiti. Le innaffiature vanno interrotte a novembre quando le piante vanno “a riposo”.

 

Come va disposto il terreno nel vaso?

Di solito, in fondo metto una retina poi 2-3 cm di argilla espansa e infine la terra. In superficie dispongo uno strato di lapilli vulcanici che oltre ad essere decorativi trattengono l’umidità. Il terreno e il giusto drenaggio sono fondamentali per una buona crescita.

 

Quando hai scoperto di avere il pollice verde?

In realtà credo di averlo sempre avuto. Pensa che da bambino mi divertivo ad innaffiare le piante di una signora americana che aveva il terrazzo confinante con la mia casa.

 

Chi ama così tanto il proprio giardino a volte confessa di parlare con le piante…capita anche a te?

Certo che mi capita! Le piante sono esseri viventi ed è vero che ricambiano l’energia che gli trasmettiamo con le nostre cure e anche con le nostre parole.

 

Tra le tue piante a quale ti senti di somigliare di più?

Direi alla Syagrus Romanzoffiana: slanciata, elegante ed esuberante proprio come me! E poi cresce così in fretta da rispecchiare il lato impaziente del mio carattere quando mi metto in testa di raggiungere un obiettivo.

 

E se dovessi paragonare la tua vita ad un giardino, sarebbe rigoglioso come questo?

Sì, grazie all’armonia che vivo in famiglia e all’amore che mi lega al mio compagno da quasi trent’anni. Certo, non mancano neppure le spine, come quelle del Grusone gigante e dei cactus…spine legate ad un lavoro che mi lascia troppo poco tempo per vivere a contatto con la natura che amo così tanto.

 


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