Fiano Romano – Successo per i mosaici dei ragazzi del centro diurno, ma rischia di chiudere

A realizzarli sono stati ragazzi, tutti pazienti psichiatrici gravi, che fanno parte del centro diurno di Fiano Romano della cooperativa sociale Maieusis. Centro che, insieme alla residenza psicoterapeutica che si trova a Capena, fa parte del progetto di continuità di cura che viene garantito dalla cooperativa Maieusis.
Il riscontro di pubblico non ha fatto altro che confermare la vicinanza della popolazione e delle famiglie all’attività del centro diurno nato nel 2004, che però rischia di chiudere se entro il 30 dicembre di quest’anno la Regione Lazio non darà via libera definitiva all’accreditamento che ormai si attende da anni, interrompendo così il progetto di cura per 28 ragazzi che saranno costretti a tornare a casa. Un duro colpo per loro e per le rispettive famiglie. La Asl chiamate a controllare hanno già effettuato tutte le verifiche del caso, confermando come il centro diurno abbia le carte in regola per essere accreditato, con tanto di autorizzazione definitiva già rilasciata. Ma nonostante questo l’accreditamento chiesto 8 anni fa è ancora fermo in Regione. Fondata nel 1980 dal dottore Ignazio Caltagirone e dalla dottoressa Marina Maria Smargiassi, la Comunità psicoteraputica prende vita due anni dopo il varo della legge 180, che imponeva il superamento della logica manicomiale e il riconoscimento del malato psichiatrico come una persona bisognosa di cure che non va segregata ma reinserita nella società. Proprio per questo i pazienti assistiti vengono accompagnati in un percorso che punta al reinserimento sociale.

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Percorso che inizia con l’arrivo e la permanenza nella comunità psicoterapeutica, che può durare da un anno a 18 mesi. Lo step successivo è appunto il centro diurno, un progetto di semiresidenzialità che garantisce la continuità terapeutica dei pazienti ma in cui i ragazzi possono iniziare confrontarsi con il mondo e con loro stessi, avendo una propria autonomia – anche abitativa – nella quale vengono aiutati nell’autogestirsi giorno per giorno. Qui il percorso può durare tre anni.
Tra le varie fasi del lavoro terapeutico del centro di Fiano Romano c’è anche quello della realizzazione dei mosaici. “I ragazzi, riconoscendo il proprio valore, cominciano a prendere la responsabilità e la consapevolezza che – su alcune,
importanti cose – hanno delle evidenti capacità”, spiega la dottoressa Smargiassi. Ora, come aggiunge il dottor Carlo Carrer, tutto questo rischia di interrompersi perché nonostante il valore riconosciuto del centro diurno e il via libera dell’Asl, l’accreditamento ancora non arriva. Le famiglie dei pazienti sono in profonda apprensione e sperano che, prima della fine dell’anno, l’intoppo burocratico possa essere finalmente risolto e dare la possibilità ai propri ragazzi di ricevere le cure che meritano.

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