Speciale Elezioni 2018 – Intervista a Laura Cartaginese, capogruppo di Forza Italia a Tivoli, candidata con Parisi

Di cosa ha maggiormente bisogno la Regione Lazio?
Per prima cosa di attenzione verso il cittadino, che venga messo lui al centro di un progetto di crescita globale: a cominciare da una maggiore attenzione per le nostre scuole, e per le strutture sanitarie pubbliche, affogate da utenze in continua crescita numerica. Quindi un processo di approfondimento culturale sull’ambiente che formi le nuove generazioni con consapevolezza del proprio contesto sociale e responsabilizzi tutti a preservare il territorio.

 

 

Un impegno personale se verrà eletta consigliera regionale?

Essendo il nostro un territorio termale -risorsa sintomo di ricchezza e benessere – c’è un ampio ventaglio di alternative per convogliare flussi turistici maggiori, offrendo servizi che convincano a pernottare una o
più notti, abbandonando la politica mordi e fuggi che avvantaggia solo Roma a discapito della provincia. Servono investimenti per valorizzare il territorio, con risorse che già esistono nel contesto europeo e vanno soltanto individuate, progettate e sapientemente
richieste.

 

 

Tema sanità: il suo punto di vista sull’ospedale tiburtino?
Il problema vero e’ la mancanza di investimenti, di una politica di programmazione a media e lunga scadenza. Questo lo rende una struttura medica carente sotto molteplici aspetti. Il personale, che da anni svolge un lavoro fantastico se si considerano le condizioni di costante emergenza in cui opera, avrebbe bisogno di maggiore aiuto, non solo con risorse economiche, ma soprattutto professionali. Pensate al reparto di emodinamica nuovo di zecca, funzionante ma non sfruttato appieno per mancanza di personale
e costato oltre 3 milioni di euro. E contemporaneamente alle tante proteste e assemblee sindacali cui si è assistiti davanti al San Giovanni Evangelista da parte degli addetti alle pulizie. Non c’è serenità nella
gestione di un nosocomio così grande e importante. Poi ci si meraviglia che la cronaca porti alla ribalta tragedie consumate all’interno della struttura. Con una presenza maggiore della Regione Lazio sul territorio, grazie a fondi e iniziative costanti, e come detto, con una programmazione attenta, sono certa sarà possibile prevenire disagi nell utenze e insofferenze nel personale.

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Cosa pensa riguardo il Tmb dell’Inviolata e come chiudere il ciclo dei rifiuti?
L’obiettivo deve essere quello di chiudere il ciclo dei rifiuti a zero waste, ossia zero rifiuti e zero impatto ambientale. Un Tmb come quello di Guidonia tratta a freddo i rifiuti indifferenziati o residuali dopo la raccolta differenziata: significa che da questa non si può prescindere. La digestione anaerobica  e il compostaggio degli stessi serve ad arrivare al nostro obiettivo primario, separando
la frazione umida, ossia l’organico da bioessicare, da quella secca come carta, plastica, vetro e inerti. Ma la soluzione resta sempre quella di una raccolta differenziata porta a porta, complicata, dispendiosa,
impegnativa, dove occorre insegnare il ciclo dei rifiuti ai cittadini, dare loro gli strumenti, culturali e non, per arrivare ad avere una visione nuova del proprio ambiente, mettendoli al centro del progetto.

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