GUIDONIA – Salta l’ennesimo Consiglio: i grillini non hanno i numeri ma il gettone è assegnato

Oggi pomeriggio giovedì 16 luglio in aula dovevano essere surrogati Angelo Mortellaro e Laura Santoni con Alessandra Sabatini e Maurizio Celani. Presenti 10 della maggioranza e la “pentita” Loredana Terzulli che vuole fare il presidente del Consiglio. Barbet voleva fare pace con Russo per tirare avanti, ma i “duri e puri” hanno detto no

Sarebbero dovuto essere il primo Consiglio comunale dal vivo post Covid a Guidonia Montecelio. In realtà si è rivelato l’ennesima seduta a vuoto, se non fosse che i presenti incasseranno il gettone.

Così oggi pomeriggio, giovedì 16 luglio, è saltata la riunione prevista per surrogare i portavoce dimessisi il primo luglio scorso, ossia l’ex Presidente dell’Assise cittadina Angelo Mortellaro e la vice presidente Laura Santoni. Al loro posto dovrebbero subentrare Alessandra Sabatini e Maurizio Celani, che alle elezioni di giugno 2017 totalizzarono rispettivamente 27 e 25 preferenze.

Ma il sindaco Michel Barbet non ha i numeri per convocare una seduta valida: assente tutta l’opposizione, i 4 del Partito democratico Di Silvio, Guglielmo, De Dominicis e Lomuscio, i tre del Polo Civico, Valeri, Proietti e De Santis, la leghista Cacioni e Ammaturo di Fdi.

Assenti anche Lorena Roscetti ed Anna Checchi, le due ex grilline passate nella Lista “Attiva Guidonia” filo M5S insieme a Davide Russo, l’ex vice sindaco, assessore e indicato per tre anni da Barbet e dalla sua maggioranza come un totem della Legalità e poi cacciato in malo modo.

In aula oggi i grillini erano dieci. A sorpresa è rimasta a fare l’undicesima anche Loredana Terzulli, eletta a giugno 2017 nel Movimento 5 Stelle, a gennaio scorso uscita dalla maggioranza ed entrata nel Gruppo Misto insieme all’ex grillino Claudio Zarro.

Perché è rimasta in aula? Secondo i bene informati, la Terzulli strizzerebbe l’occhio a Barbet pur di avere la carica di presidente del Consiglio comunale. Sempre secondo i bene informati, il sindaco fino a stamane era orientato a riappacificarsi con Russo e a farlo rientrare in giunta pur di non essere costretto a rassegnare le dimissioni.

A far saltare l’accordo, i “duri e puri” del Movimento, a cominciare da Alessandro Cocchiarella e dall’ex capogruppo Giuliano Santoboni.

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