TIVOLI – Lavori col 40% di ribasso, case popolari allagate ad ogni nubifragio

Sos dalle palazzine Ater di via Archigene: “Terrazze rifatte, da allora la pioggia penetra nelle pareti degli alloggi”

Avrebbero dovuto garantire il miglioramento dell’efficienza energetica, se non fosse che ad ogni temporale gli inquilini si ritrovano gli appartamenti allagati e le pareti piene di muffe.
Accade nel complesso di quattro palazzine popolari dell’Ater della Provincia di Roma ai civici 17, 19, 21 e 23 di via Archigene a Borgonovo, a Tivoli Terme.
Un complesso dove appena un anno fa sono stati ultimati i lavori di efficientamento energetico e manutenzione straordinaria, un appalto aggiudicato col 40 per cento di ribasso.
Lavori al massimo risparmio, forse anche per questo oggi le dodici famiglie residenti tra i civici 17 e 23 ad ogni nubifragio si ritrovano a dover chiamare i soccorsi.
Il problema è molto semplice: l’acqua piovana accumulata sulle terrazze appena rifatte non defluisce attraverso i discendenti che scorrono all’interno delle mura fino al piano terra, di conseguenza l’acqua penetra nelle mura degli alloggi anziché terminare nelle fogne.
Un problema che, a detta degli inquilini, fino a prima dei lavori non si era mai verificato.
E pensare che quell’intervento di riqualificazione era sembrato una manna dal cielo per stabili a tre piani costruiti in cortina nei primi anni Ottanta.
Il piano di risanamento era partito il 23 giugno 2016, quando la Regione Lazio concesse un finanziamento di 470 mila euro all’Ater della Provincia di Roma. All’epoca il Commissario straordinario era Giuseppe Pititto e il Direttore generale era l’ingegner Nazzareno Mannino che per affidare l’appalto scelse di indire una procedura negoziata col criterio del massimo ribasso.
I lavori a base d’asta erano pari a 375.231 euro e prevedevano l’efficientamento energetico degli edifici col rifacimento degli intonaci e il ripristino dell’isolamento termico al piano piloty. Sulle terrazze, invece, la sostituzione di griglie e bocchettoni oltre a quella dei serbatoi idrici e dei vasi di espansione. Inoltre, la manutenzione straordinaria dei cortili.
Alla procedura negoziata parteciparono 16 imprese ma l’offerta più conveniente risultò quella della “Perulli srl Costruzioni e Gestioni Generali” di Lecce con un ribasso del 39,75%. Molto al di sopra della soglia di anomalia determinata al 29,644%.
Fatto sta che il 20 giugno 2018 la ditta si vide aggiudicare i lavori per un importo complessivo di 239 mila 474 euro e 11 centesimi da eseguire in 178 giorni.
Se abbia rispettato o meno i tempi non è chiaro, di sicuro qualcosa è andato storto perché l’acqua piovana dalle caditoie non defluisce fino ai tombini e le palazzine si stanno ammuffendo.
Una situazione che impone un paio di interrogativi. I lavori sono stati collaudati? E quale era stato l’esito?

LEGGI ANCHE  Ruba in casa e si addormenta, tunisino arrestato

 

LA RABBIA DEGLI INQUILINI: “Terrazze rifatte, da allora la pioggia penetra nelle pareti degli alloggi”

 

“La ditta ha terminato il cantiere un anno fa ed ecco come sono ridotte le pareti”. L’immagine che ritrae Wioletta Izabela Nosal nel locale cassoni è emblematica dell’appalto da 240 mila euro per la riqualificazione delle quattro palazzine Ater di via Archigene.
La donna, 42enne, vive al secondo piano del civico 23 con due bambini di 5 e 11 anni in quello che negli anni Ottanta era l’alloggio assegnato al marito Carlo Celestini, 50, e prima ancora ai genitori dell’uomo.
E’ stata Wioletta a contattare la redazione di Tiburno per portare alla ribalta una situazione che preoccupa non poco tutti gli inquilini. Soprattutto alla luce dell’ennesimo allagamento avvenuto domenica 27 settembre, il giorno in cui su Roma e Provincia si è abbattuto un nubifragio violentissimo e sono stati inondati d’acqua sia l’alloggio della donna che quelli al primo e al terzo sulla stessa colonna, abitati rispettivamente da un anziano disabile allettato e da una donna sessantenne.
“Non mi voglio ritrovare dal secondo piano al piano terra: qui sprofonda tutto”, esordisce tra il serio e il faceto.
“Quando piove – spiega la donna – l’acqua non va via e resta nei tubi discendenti che forse sono perforati a giudicare dal fatto che ci ritroviamo le case allagate e le pareti piene di umidità.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - Abiti usati, razzie col piccone nei cassonetti blindati

 

E’ accaduto domenica 27 settembre, ma era già capitato esattamente un anno fa, pochi mesi dopo la chiusura dei lavori di riqualificazione. All’epoca facemmo intervenire i vigili del fuoco che non riuscirono a disostruire la caditoia nonostante l’utilizzo di una lancia a pressione. Proprio i pompieri ipotizzarono che durante i lavori di ristrutturazione delle terrazze siano caduti pezzi di cemento nei discendenti”.
A sentire Wioletta gli inquilini si sono autotassati per trovare una soluzione. “Al piano terra – spiega – abbiamo fatto installare un tubo a gomito per far defluire l’acqua sul pavimento del piano piloty. Anche perché i tombini sono talmente ostruiti da non riuscire a recepire la grande quantità di acqua durante i nubifragi”.
Eppure non è l’unico inconveniente post lavori. “Sulla terrazza è stata messa la guaina? – s’interroga la donna – Se così fosse perché ad ogni temporale l’acqua penetra lungo le scale? E perché il locale cassoni appena ristrutturato è da rifare a causa delle muffe?”.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.