Addio, angelo dalla faccia sporca!

Ci possono essere tantissime immagini, esempi, ricordi per dare il grande ruolo che merita al campione che ci ha fatto meravigliare cento volte. Tra tutte però mi è rimasta impressa quell’inquadratura in cui da allenatore dell’Argentina riesce a far passare la sua squadra nel girone per accedere ai Mondiali. Piove. Dalla curva esultano. E lui va a salutare il suo pubblico buttandosi in acqua come un ragazzino contento. Questo era Maradona. Questo di lui deve restare nella mente di coloro che vorranno ricordarlo. Impossibile infatti annoverare tutte le sue performance calcistiche. Ci sarebbe sempre quello più bravo che ricorderebbe quel gol col Barcellona o lo stracitato gol di mano contro l’Inghilterra. E noi abbiamo goduto per quel gol.

A un Paese a cui avevano preso delle isole che naturalmente facevano parte del suo territorio ed erano state conquistate per la vecchia politica imperialista del Regno Unito, le Falkland, le Malvine, si prendeva l’orgoglio di dire: vi abbiamo battuto imperialisti inglesi!

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Quell’angelo dalla faccia sporca aveva tolto tanta inutile protervia a quel che rimaneva dell’arroganza europea. Va detto sempre che nella stessa partita, sempre Maradona, faceva l’altro gol marcandosi l’intera squadra anglosassone e tagliando tutto il centrocampo. Ma questo è quel che fanno i giocatori superlativi assoluti. Lui è stato qualcosa di diverso, di più. Inutile chiedersi se fosse meglio di Pelè o di Joan Cruijff. La grandezza del suo personaggio stava tutta nell’entrare a pieno titolo nella Storia. Non la Storia del Calcio. La Storia dell’umanità in genere. Le sue imprese erano emblema.

La sua capacità di mettersi nei guai ma di proporsi per avere poi l’ennesima chance per uscire fanno parte di un filone letterario. Come lui solo IL Giocatore di Dostoevskij. Ma come lui anche il protagonista del IL Giovane Holden di Salinger. Questo per dire che le vicende di Maradona vanno ben oltre le res gestae di un calciatore stellare. Vanno forse tolte dalla Storia del Calcio per esser consegnate alla Letteratura. Egli è emblema di un popolo orgoglioso che troppo spesso ha dovuto abbassare la testa davanti alla tirannia. Di un popolo che però non ha mai smesso di pensare a sé stesso nei termini di un riscatto, anche se era terribile dover accettarne il costo. E allora meglio sognare.

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Pensare ai propri miti: Che Guevara, Fidel Castro ed oggi c’è anche lui: Diego Armando Maradona.

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