A chi lo do il vaccino?

A Modena in mancanza di pazienti vaccinano i familiari’. Scoppia il caso. Ma d’altra parte era meglio che quei vaccini fossero buttati via?

Era prevedibile ed è successo. La disfunzione nell’organizzazione sanitaria per la somministrazione dei vaccini fa avanzare iniziative personali del tutto discutibili. Quello che riporta la Gazzetta di Mantova fa scuola e deve essere argomento di discussione senza facile lettura moralistica. Nell’azienda sanitariadi Modena operatori sanitari in mancanza di soggetti da vaccinare ed avendo a disposizioni dosi di vaccino hanno somministrato le dosi a propri familiari. Il fatto che ha trasformato la gestione privatistica di un bene pubblico, il vaccino, in una questione di pubblica conoscenza è stata la leggerezza della figlia di uno di questi operatori sanitari che si è fatta fotografare e si è lanciata sui Social. Inevitabile le polemiche e le dichiarazioni da parte della dirigenza sanitaria circa le misure disciplinari che verranno prese verso gli incauti operatori sanitari. Ma prima che galoppino i giudizi si deve riflettere su due grandi questioni. La prima, come è possibile che un bene di cui si avverte grande richiesta vada in avanzo nelle primissime scorte? La seconda domanda: verificando la buona fede e sorvolando sulla gestione allegra da parte di quel personale sanitario, era preferibile che quelle dosi andassero perse perché inutilizzabili? Tutti sanno infatti che il vaccino Pfizer ha bisogno di un livello di conservazione a temperatura molto alta senza del quale degrada la sua qualità in breve. La questione che ha visto protagonista il centro unico vaccinale di Baggiovara nel modenese deve far riflettere tutti. Lì si è saputo. Chissà in quante altri centri di potere dove si somministra il vaccino sarà stata presa una decisione pratica di questo tipo senza che i giornali siano stati informati.
Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.