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Aumenta la povertà: peggiorano le condizioni di vita delle famiglie

Secondo l’Istat, la povertà aumenta e peggiorano le condizioni di vita delle famiglie italiane. Povere un milione di persone in più rispetto al passato

In base alle stime preliminari dell’Istat, nel 2020 la povertà assoluta aumenta: tocca il valore più elevato dal 2005 e colpisce un milione di persone in più rispetto al passato. I dati definiti, specifica l’Istituto Nazionale di Ricerca, saranno resi disponibili, rispettivamente, il 16 e il 9 giugno 2021. Intanto però, si delinea un quadro desolante legato alle conseguenze della grave crisi economica causata dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria. Con un peggioramento complessivo sulle condizioni di vita delle famiglie nell’anno appena passato.

I numeri indicano valori dell’incidenza di povertà assoluta in crescita sia in termini familiari (da 6,4% del 2019 al 7,7%, +335mila), con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini di individui (dal 7,7% al 9,4%, oltre 1 milione in più) che si attestano a 5,6 milioni. Risultano tutti azzerati i miglioramenti registrati nel 2019. Si erano infatti ridotti in misura significativa il numero e la quota di famiglie (e di individui) in povertà assoluta, pur rimanendo su valori molto superiori a quelli precedenti la crisi il cui inizio risale al 2008, quando l’incidenza della povertà assoluta familiare era inferiore al 4% e quella individuale era intorno al 3%. Sono più povere anche le famiglie con una persona di riferimento occupata, in mansioni tipo operaio o assimilato (7,3% dal 5,5% del 2019), ma pure un quinto di quelle con lavoratori in proprio: si passa dal 5,2% al 7,6%.

L’aumento è poi legato al calo record della spesa per consumi delle famiglie: nel 2020 risulta -9,1% rispetto al 2019. Rimangono stabili solo le spese alimentari e quelle per l’abitazione mentre diminuiscono drasticamente quelle per tutti gli altri beni e servizi (-19,4%).

Significativa l’analisi inoltre a livello geografico: i poveri crescono di più al nord, ma al sud il loro numero è maggiore: raggiungono il 9,3% delle famiglie contro il 5,5% del centro.

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