GUIDONIA - Un tributo ai vecchi banchi doppi

Inaugurata al Liceo “Majorana” la mostra “double desk trib[ut]e”

Da icone della scuola pre-covid a strumento della riflessione sulla didattica post-covid: ecco la nuova vita dei vecchi banchi doppi. Grazie all’arte.

Si apre al pubblico double desk trib[ut]e, a Guidonia negli spazi del Liceo Scientifico “Ettore Majorana” di via Roma, un percorso di 24 istallazioni che rileggono l’arte usando i vecchi banchi doppi. Tagli, sfregi, crepe, fino alle immancabili gomme da masticare incollate sul fondo, sono diventati spunti per reimmaginare i banchi e rileggerli attraverso gli occhi dell’arte. Magritte, De Chirico, Malevich, passando da Piero della Francesca e Maurizio Cattelan, rivivono così attraverso trasposizioni e interpretazioni tra cui muoversi, perdersi e riflettere sulla scuola di oggi, di ieri e di domani.

“double desk trib[ut]e è un’installazione didattica all’aperto realizzata per offrire agli studenti di questo e altri istituti un luogo alternativo all’aula ove svolgere una lezione sui banchi di scuola integrata da supporti digitali nella quale i banchi siano essi stessi l’oggetto e lo strumento di un racconto che, partendo dalla storia dell’arte, offra plurimi collegamenti trasversali”, a spiegarlo è Roberto Ianigro, docente di disegno e storia dell’arte che ha sviluppato il progetto con la partecipazione dei suoi studenti, ex studenti e altri docenti. I ragazzi hanno anche avuto modo di lasciare un segno, una traccia, una propria testimonianza compiendo un’azione abitualmente non consentita: scrivere o disegnare sul banco.

Per l’allestimento sono stati adoperati i banchi doppi non più utilizzabili, rimossi dalle aule e accatastati nel piazzale del complesso scolastico. L’uso transitorio di questi sgangherati residui della scuola pre-covid, che dovranno poi essere opportunamente riciclati, offre, per altro, un’occasione di riflessione sulla didattica al tempo del covid dalla quale far emergere progressivi scenari evolutivi.

Le 24 installazioni propongono la ri-lettura di altrettante opere tratte dalla storia dell’arte, dal 400 alla contemporaneità. I titoli assegnati, desunti dagli originali attraverso giochi di parole, soppressioni o aggiunte di lettere, forniscono una possibile chiave interpretativa, trait d’union tra riferimento e trasposizione, senza però escludere la possibilità di procedere per libere associazioni mentali.

Per avere maggiori informazioni o visitare gratuitamente double desk trib[ut]e, a Guidonia presso l’ISS via Roma, è obbligatorio prenotarsi via mail scrivendo a doubledesktribute@gmail.com

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(salvo diverse disposizioni in relazione all’evoluzione della pandemia)

Istallazione didattica effimera all’aperto

Nello spazio didattico/espositivo ci si può muovere liberamente come in un giardino popolato da sculture, oppure, accompagnata da un docente, la classe svolge una lezione di un’ora seguendo il percorso attraverso l’allestimento di 3000 mq con l’ausilio di una video-guida digitale (outdoor lesson) che fornisce indicazioni essenziali sulle 24 installazioni, le quali propongono ri-letture di opere tratte dalla storia dell’arte, o accedendo attraverso codici QR ad un’audio-video guida che illustra le singole proposte, per ognuna delle quali sono disponibili specifici approfondimenti tematici (open installations).

Qui il sito https://sites.google.com/view/doubledesktribute

Qui il video di presentazione https://www.youtube.com/watch?v=mdtmeRQ3Ars

Gli interventi sono suddivisi in sette sezioni più un epilogo:

Accumulazioni

I banchi doppi in attesa di una nuova destinazione, accatastati nel piazzale del complesso scolastico, costituiscono già le prime tre installazioni, caratterizzate dal principio dell’accumulazione. Quelli ancora utilizzabili, protetti da una tettoia, sono stati disposti ordinatamente, mentre i più malridotti raccolti in due diversi cumuli. Attraverso opere di Louise Nevelson, Arman e Kurt Schwitters si passa così dall’ordine al caos, i due estremi tra i quali, da sempre e incessantemente, oscilla l’arte.

Disposizioni

Come prologo alle installazioni realizzate con i banchi doppi si è scelto di allestire, con 51 sedie, anch’esse destinate allo smaltimento, cinque aule all’aperto delimitate dal nastro segnaletico bianco e rosso, secondo altrettante differenti disposizioni che alludono, ispirate, per il Senza titolo, a Vasilij Kandinskij, alla condizione pre-covid, a quella della didattica a distanza, e, infine, ad una possibile condizione post-covid.

Variazioni

La prima serie di installazioni ispirate a opere di Kasimir Malevich, Rembrandt, Man Ray, Maurizio Cattelan, Joseph Kosuth, è costituita da cinque banchi della stessa tipologia, disposti in successione lineare, uniformemente distanziati e modificati ognuno in modo differente attraverso operazioni grafico-plastiche: aggiunta di oggetti, verniciatura, realizzazione di segni e scritte, perforazione, impacchettamento, giustapposizione di immagini e testi, ottenendo così cinque variazioni dello stesso elemento base.

Rimontaggi

Cinque aule in successione, evidenziate a terra dal nastro segnaletico bianco e rosso, contengono altrettanti ri-montaggi realizzati adoperando esclusivamente elementi provenienti dai banchi dismessi: telai usati separatamente o assemblati, ripiani, listelli in legno, fogli di formica e anche banchi completi. Unica eccezione è l’integrazione di un albero esistente. Ognuna delle proposte può essere letta tanto in un’ottica astratta quanto in una figurativa. Questa volta i riferimenti sono a Sol LeWitt, Giorgio De Chirico, Umberto Boccioni, Piero della Francesca, Kasimir Malevich, Pablo Picasso.

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Object trouve

Questa sezione presenta, a ridosso della recinzione perimetrale del complesso, cinque oggetti così come sono stati rinvenuti: un banco privo di ripiano, uno al quale è stata praticata una fenditura longitudinale, un groviglio di porta-cartelle, un telaio incrostato di gomme da masticare, un banco disseminato anch’esso di gomme. La decontestualizzazione, la ri-collocazione spaziale e l’attribuzione di un titolo determinano il significato delle singole proposte ispirate a Caravaggio, Lucio Fontana, Marcel Duchamp, Caspar David Friedrich, Joan Miró.

Rappresentazioni

Le tre rappresentazioni, realizzate con tecniche differenti, hanno in comune l’oggetto della figurazione: la distesa di banchi che conclude il percorso. Il senso di lettura è quello dell’itinerario proposto. I banchi sono inizialmente nella loro reale posizione, ma evanescenti, poi, ricondotti ad unità dal colore bianco, spiccano il volo, infine li vediamo sparire alle nostre spalle grazie ad uno specchio. Tre riflessioni da René Magritte, Anish Kapoor e Michelangelo Pistoletto sulla ambiguità della rappresentazione.

Graffitismi

Una delle tre ali del complesso scolastico trasposte nel prato ospita, nelle cinque aule, 45 banchi doppi, 18 posti ogni 50 mq, in una Condizione più umana. Agli studenti della scuola che si sono proposti, è stato richiesto di lasciare un segno, una traccia, una propria testimonianza su ognuna delle postazioni presenti, compiendo un’azioe abitualmente non consentita: scrivere o disegnare sul banco.

Epilogo

A conclusione del percorso, sulla superficie di un banco reclinato, è riportato un frammento del testo della Costituzione della Repubblica italiana, una trasposizione dell’opera realizzata nel 2010 da Emilio Isgrò. L’operazione vuole anche dare conto del ritorno dell’educazione civica tra le materie d’insegnamento.

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