A 103 anni vaccinata contro il covid

IL RECORD DI NONNA EMILIA VALLATI

L’anziana è sempre vissuta a Licenza. Da sei mesi è ospite in una casa di cura di Fonte Nuova

di Adelaide Pierucci

LICENZA. Una donna da guiness. Emilia Vallati, la nonna più longeva del Nord Est, 103 anni compiuti il 9 marzo, si è guadagnata ora il ”titolo” della donna più anziana di Roma, e forse d’Italia, ad aver fatto prima e seconda dose di vaccino. Nonna Emilia, vissuta sempre a Licenza, il suo amato paese nel cuore dell’Aniene, è contenta di aver allontanato il pericolo del virus: ”Ho superato indenne la Spagnola e ora mi fa meno paura anche il Covid”, dice. E invita gli altri, a partire dai nipoti, a fare altrettanto: ”Io ho fiducia nella medicina”. ”E ringrazio i medici e le infermiere che mi hanno aiutato e vaccinato. E pure gli scienziati che hanno inventato i vaccini”. L’anziana è stata sottoposta alle due dosi di vaccino nella casa di riposo Villa Amma di Fonte Nuova dove è ospite da pochi mesi e dove ha ricevuto gli auguri di compleanno del sindaco di Licenza, Luciano Romanzi, con una lettera commovente: ”Auguri carichi di emozione!”, ha scritto Romanzi, ”Ammirare e festeggiare una donna con vissuto così importante e intenso è raro e siamo orgogliosi di vivere un evento così straordinario, poterti omaggiare e augurarti sempre e comunque ogni bene…ancora e ancora…per te che hai avuto la forza e il coraggio di superare la Spagnola, le guerre, la ”fame” contribuendo, come tutte le persone della tua età, alla rinascita di Licenza e dell’Italia intera”.

Nonna Emilia, classe 1918, più che una donna fortunata è stata una donna forte. E’ rimasta vedova a 22 anni, era incinta. Il marito, Quinto Maffei, un compaesano, non è mai rientrato dal fronte russo, morto fucilato. E lei con il lutto nel cuore non si è data per vinta. Sola, senza mai risposarsi, senza chiedere aiuto, ha cresciuto Primo, il suo unico figlio, che a sua volta gli ha regalato i due nipoti Stefano e Marco Maffei e poi i tre pronipoti Francesco Paolo e Lorenzo, tre ragazzi cresciuti con una superoina in carne ossa e in famiglia.

Alla base della ricetta della longevità della signora Emilia forse il bicchiere di vino al giorno, vino bianco e solo dei vigneti di Licenza. Forse l’accortezza di mangiare sano, sempre a chilometri zero. Forse quello di non sapere cosa sia lo smog, lo stress, il traffico.

Nonna Emilia non ha mai cucinato pasta inscatolata, stendeva fettuccine o le sagne al farro. Non ha mai comprato surgelati, ma frutta e verdura fresca, e dei contadini del posto.

La sua giornata tipo la racconta Stefano, il nipote che vive a Marco Simone di Guidonia e che ogni fine settimana si rinfranca con l’aria di Licenza. ”Nonna”, spiega, ”ha sempre fatto colazione con un bicchiere di latte e pochi biscotti, pranzato a mezzogiorno con pasta fatta in casa e carne bianca di allevatori locali e con un bicchiere di vino locale, e cenato alle 18.30 con verdure cotte e crude genuine, sempre del posto. Alle 8 di sera a letto”. Come svago, la preghiera, il rosario. E l’affaccio alla finestra per salutare i vicini.

”Non mi sono mai ammalata, chissà perché sono così?”, ci scherza su Nonna Emilia, ”Sono finita in ospedale una volta sola perché cadendo mi sono rotta una gamba”. 

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