SANTA LUCIA – Otto anni dopo la morte di Daniel, via delle Molette è ancora pericolosissima

Lo sfogo della madre Maria Costanzo che chiede un intervento di messa in sicurezza della strada

A quasi otto anni di distanza dal tragico incidente, ancora non è stato messo in sicurezza il tratto di strada di via delle Molette dove ha perso la vita Daniel Pizi. Non si dà pace la madre Maria Costanzo che da tempo si batte per chiedere un intervento, affinché non si ripetano altri incidenti come quello. Un anno dopo è stato installato un new jersey in cemento armato dall’allora amministrazione Cannella di Fonte Nuova, ma la situazione non è cambiata un granché. Infatti sono decine gli altri incidenti che si sono verificati in questi anni, uno addirittura simile a quello di Daniel con una microcar che lo scorso anno è volata giù dal burrone. Il giovane in quell’occasione si è salvato solo grazie al gps collegato al telefono del padre che lo ha rintracciato in gravissime condizioni e dato il via ai soccorsi.
“Mi sembra una grande mancanza di rispetto nei confronti di un giovane che è morto a diciannove anni e della sua famiglia che ancora oggi soffre moltissimo – spiega la madre Maria – Io cerco di far sapere a tutti che in quel tratto di strada c’è un burrone di 22 metri, ma finora l’unico provvedimento che è stato preso è stata l’installazione di un new jersey che viene utilizzato per le autostrade e che rischia di essere ancora più pericoloso. Sento tante lamentele in giro per Santa Lucia, anche giustamente sulle buche, ma qui non ci si rende conto di quanto sia pericolosa quella strada che andrebbe messa in sicurezza al più presto prima di ogni altra cosa”.
Prima dell’estate dovrebbe andare a sentenza la causa relativa all’incidente stradale, dove si vede come imputato un dirigente comunale e dove la famiglia di Daniel si è costituita parte civile. Una vicenda lunghissima, anche per via del cambiamento di tre giudici e dove il Comune è stato chiamato in causa come responsabile civile, ma non si mai costituito in giudizio.
“Le perizie hanno dimostrato che l’incidente non è stato causato dall’elevata velocità – aggiunge Maria Costanzo – Daniel viaggiava nei limiti e ha avuto solo la sfortuna che le ruote posteriori della sua macchina abbiano toccato l’erba. Non sappiamo cos’è successo, forse gli ha attraversato un cane all’improvviso, questo non lo sapremo mai. L’unica cosa certa è che la strada era pericolosa e continua ad esserlo”.

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OTTO ANNI FA LA TRAGEDIA

Daniel Pizi ha perso la vita il 5 ottobre 2013 intorno alle ore 18 precipitando nel burrone dove oggi c’è il new jersey. Il giovane ha perso il controllo della vettura nel tratto tra la Deluxe e la zona artigianale ed è finito giù in un dirupo, dopo aver invaso la corsia opposta. In quel punto ci sono un paio di curve molto lievi, ma insidiose, specialmente in condizioni di asfalto reso viscido dalla pioggia e non c’erano guardrail o reti di protezione.
Daniel era un ragazzo molto conosciuto a Santa Lucia. Avrebbe compiuto 19 anni il 19 ottobre, due settimane dopo il tragico incidente. Tifosissimo della Roma e appassionato di calcio, si era diplomato con il massimo dei voti all’Enfap, l’istituto professionale di Monterotondo, specializzato come elettricista. In attesa di un impiego stabile, il giovane ultimamente stava lavorando insieme al padre in alcuni cantieri.
Nato e cresciuto a Santa Lucia, da ragazzino aveva giocato come portiere nella locale squadra di calcio. Ancora oggi giocava spesso con gli amici a calcetto e anche quel maledetto sabato aveva in programma una partita. Probabilmente dopo sarebbe andato a vedere quella della Roma contro l’Inter.
Il tifo per i giallorossi è di famiglia in casa Pizi. I genitori lo avevano chiamato Daniel in onore di Daniel Fonseca un attacante degli anni Novanta.

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