Covid, lo strano caso del Lazio

Diminuiscono i casi e i ricoveri, aumentano terapie intensive e decessi

Al 14% il rapporto tra positivi e tamponi. Considerando i tamponi antigenici la percentuale scende a dodici. Dei complessivi 1.400 neocontagiati della regione, la metà sono di romani. I guariti sono appena ottocentosei (806), i decessi sono trentasei (36). Un milione centosessantasettemila sono i vaccinati – con una delle migliori prestazioni regionali in Italia. Nel Lazio vivono cinque milioni settecentomila residenti, quindi poco più di un quarto dei residenti. Quindi se da una parte le vaccinazioni vanno molto bene, confrontata al resto del paese, i contagi aumentano.
E non si può definire una controtendenza, ma un argomento che modera la spinta alla riapertura in tempi ravvicinati. Anche perché il rapporto tra positivi e tamponi è sempre quello che dà il sestante alla lotta al contagio. Va detto però che sotto Pasqua i tamponi sono stati sicuramente inferiori agli altri giorni feriali. Il cultura ‘riaperturista’ per vincere sul timore generalizzato e sulla tendenza a fare zone rosse, deve convincere sul piano dei minori casi in relazione ai molti tamponi. Altrimenti non se ne esce.
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