Pasticcio Green pass

La variante Delta scombina le carte in tavola

Cortocircuito

Green pass: tutto da rifare, forse. Perché la circolazione della variante Delta sta scombinando molte carte in tavola e suggerendo strategie differenti per affrontarla.

L’Italia, al contrario dell’Europa, ha deciso di dare la certificazione verde a partire dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione della prima dose. Ad aprile, quando il green pass è stato pensato, si guardava soprattutto ai vaccinati con AstraZeneca per i quali il richiamo è previsto dopo 84 giorni. Aspettare la seconda dose avrebbe discriminato e limitato alcune delle loro scelte, come ad esempio recarsi nelle Rsa o viaggiare.

Oggi però le cose sono cambiate: infatti gli esperti ci stanno dicendo che una sola somministrazione non sia sufficiente a coprire la modificazione Delta, isolata per la prima volta in India.

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Al momento sono quasi 14 milioni gli italiani che ancora non hanno completato il ciclo vaccinale ma che, potenzialmente, possono ottenere il green pass.

Proprio su questo si sta verificando una sorta di cortocircuito: se da un lato infatti si dice che una sola somministrazione non basti contro la variante più temuta, dall’altro si dà libertà di circolazione a chi ha fatto una dose soltanto.

Si è trattato dunque di un errore? Sarà necessario rimodulare il certificato verde? Al momento nessuno si è sbilanciato. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri intende tranquillizzare e si concede una settimana di tempo per comprendere meglio l’andamento della variante Delta in Italia e per apportare, quindi, eventuali modifiche al pass.

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