Decreto emergenza: cambiano i parametri per il rischio covid

A pesare di più il tasso di ospedalizzazione

Soglie di allarme

Cambiano i parametri per valutare il rischio epidemiologico delle regioni: a pesare di più sarà il tasso di ospedalizzazione.

Il ministro della Salute Speranza lo ha comunicato ieri avendo in mente la nuova impennata della pandemia dovuta alla variante Delta che sta diventando prevalente nel Paese.

Di sicuro il calcolo dell’incidenza dei positivi ogni centomila abitanti non viene archiviato ma non determinerà in maniera esclusiva l’assegnazione del colore giallo, il primo indicatore di allarme moderato con le conseguenti misure restrittive.

La soglia di rischio potrebbe scattare quando le regioni supereranno il 5% di posti letto occupati in terapia intensiva per malati Covid e il 10% di posti letto in area non critica. Attualmente la media nazionale è attorno al 2%.

L’indice di trasmissibilità del virus attualmente è allo 0,91 rispetto allo 0,66 della settimana scorsa.

Ad oggi sono quasi 26 milioni le persone che hanno ricevuto la doppia dose di vaccino (il 43,9% della popolazione), numeri che fanno pensare ad una riduzione del 95% delle ospedalizzazioni e dei ricoveri ma non certo ad una contrazione dei contagi.

Gli ultimi dati comunicati dalla struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo, pur segnalando una media di quasi 530mila somministrazioni quotidiane, preoccupano per l’andamento della  copertura degli over 60, fascia anagrafica più a rischio contagio: oltre 2 milioni e mezzo non sono ancora vaccinati.

Il Governo sta lavorando anche alla proroga dello stato di emergenza, che al momento termina il 31 luglio. Due le ipotesi sul tavolo, 31 ottobre oppure fine dicembre.

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