Uno a uno tra destra e sinistra

Le sentenze della magistratura, emesse o previste, tornano a dettare la dialettica della politica italiana

 

I tredici anni appioppati all’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano hanno riacceso il dibattito insieme alle indagini su Morici. Destra e sinistra continuano ad attaccarsi a colpi di recriminazioni sugli incidenti giudiziari di rappresentanti della parte opposta. Ed era un siparietto che mancava da tempo. Con la richiesta di referendum promossa dai radicali e sostenuta dalla Lega, con la riforma della Giustizia approvata dal ministro Cartabia, si è ritenuto ridimensionato il rapporto di potere con la classe giudiziaria che ha chiuso intere fasi politiche.

(Ricordiamo anche se non ce ne sarebbe bisogno, la fine di Craxi e della Prima Repubblica con Tangentopoli, la fine di Berlusconi con la sentenza sull’evasione di tasse, la fine del centrosinistra di Prodi con l’inchiesta su Mastella che teneva in vita quel governo … Anche le sentenze mai emesse hanno pesato nella storia italiana. Il divo Giulio Andreotti non riuscì a salire sullo scranno di presidente della repubblica per quella inchiesta su una sua presunta connivenza con la mafia e annesso bacio di Totò Riina. Tutte accuse che non hanno mai prodotto una sentenza, ma ancora oggi quando si tratteggia la figura del Divo Giulio che, nel bene o nel male, ha rappresentato la nostra Storia non si può far a meno di dare menzione a quel processo).

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Per un attimo quel timore e tremore della classe politica tutta nei confronti della magistratura sembrava venire meno.

La stessa sentenza di assoluzione a Dell’Utri era stata letta come una prova che il clima era cambiato. Come se il mondo giudiziario volesse spezzare una lancia nei confronti della classe politica. Ma si trattava fantasie.

Ci troviamo oggi a discutere su un caso pruriginoso e pieno di punti interrogativi sul guru della Lega, da una parte, e dall’altra, sulla pesante sentenza nei confronti dell’ex sindaco di Riace.

In entrambe i casi non ha senso entrare nei fatti e capire le ragioni vere di quanto è avvenuto. L’importante è che le due parti li prendano pretesto per rinnovare le contumelie tra loro, come se ciascuno potesse rivendicare per sé un’immagine immacolata.

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La prova che ne esce è di una forte immaturità da parte di questi soggetti che sarebbero deputati a cambiare il nostro mondo. Soccombenti nuovamente verso la magistratura, troppo vulnerabili ai giudizi negativi che gli arrivano per il loro operato.

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