Ma che dice il “Trattato del Quirinale”?

Bandito come una grande innovazione nei rapporti Italia Francia nessuno sa quali siano i contenuti

Non si era mai vista nella storia dell’informazione giornalistica una notizia lanciata e ribattuta da tutte le agenzie senza però ne sia chiarito il contenuto.

Si annuncia il Trattato del Quirinale ma nessuno riesce a dire di cosa si tratti. Escono però a profusioni i commenti. E sono tutti entusiasti. Si parla di una “base solida, robusta, ora Italia e Francia devono dare prova della volontà politica di dargli sostanza e applicarlo”. Si legge nelle dichiarazioni di agenzia. Le uniche cose che si riescono a capire è che sarà formato da dodici capitoli, dove si tratta di iniziative operative.

Benissimo. Ma quali?

Si parla di creare meccanismi di dialogo onde scongiurare crisi diplomatiche come quella che ci fu nel 2018. Tre anni per risolvere una crisi? E allora si è trattato di una crisi molto più profonda di quanto il senso comune ha avuto nozione. I giornali non ne hanno parlato. Nelle anticipazioni che non dicono nulla si parla di accordi per il Sahel e per il Mediterraneo. Cosa avranno deciso? Ci si dividono equamente gli immigrati che arrivano dall’Africa sub-sahariana? Sulla parte degli accordi industriali, che non manca mai in questo tipo di accordi, si ammette anche una debolezza. Il senso generalissimo dell’operazione si legge in un rafforzamento centrale dell’Europa più forte, quindi con una serie di accordi bilaterali che creino un triangolo virtuoso Italia-Francia-Germania. Si spera solo che oggi, 26 novembre, si riesca a conoscere il contenuto effettivo di questo accordo e perché dovremmo giulivi cantare la Marsigliese e dire Vive La France!

In contempo non si può far altro che attestare un punto di caduta del nostro modo di fare informazione pronto a fare dei lanci per notizie che ancora non esistono, di cui non si ha la minima nozione. Questo è il nostro mondo.

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