Castel Madama. Storie di briganti

A distanza di molto tempo le azioni di questi uomini continuano a far discutere gli esperti di storia moderna.

Su quasi tutti i libri di storia i briganti sono stati “dipinti” come criminali mentre il Generale Enrico Cialdini luogotenente di Vittorio Emanuele III, protagonista degli massacri di Casalduni e Pontelandolfo, è considerato un militare e politico italiano. Eppure ad occuparsi degli enormi disagi della povera gente attorno al 1860 sono proprio i briganti come Marco Sciarra “sovrano” delle scorribande nel nord est (Castel Madama e Cerreto Laziale), abile nel terrorizzava coloro che possedevano ricchezze prosperando con l’usura. Una condotta simile al celebre fuorilegge di origine abruzzese ha segnato la vita del bandito Carmine Crocco, che dopo aver combattuto con i garibaldini appena si rende conto che l’Italia repubblicana resterà solo un sogno decide di lottare contro l’esercito piemontese. Ancora a distanza di molto tempo le azioni di questi uomini continuano a far discutere. E’ sufficiente ricordare la “controstoria” sulla vicenda portata avanti dal saggista Gigi Di Fiore (ripropone la frase d Antonio Gramsci “Lo Stato italiano ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri”), che si contrappone fortemente al pensiero dello studioso Marco Vigna e dello storico Alessandro Barbero. Per loro i briganti erano solo dei criminali.
FGI

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