Ragazzi in piazza per lo studente morto durante lo stage, la polizia carica

Ieri a Roma si sono contati quattro feriti, tutti giovanissimi

Sono volate delle manganellate ieri, a Roma, durante la manifestazione organizzata dal movimento studentesco La Lupa in ricordo di Lorenzo Peralli, il ragazzo morto schiacciato da una trave nell’azienda di Udine scelta per il tirocinio scolastico. Gli organizzatori hanno parlato di quattro feriti, studenti colpiti in un momento di tensione con la polizia. Da una parte centinaia di giovani in protesta, dall’altra la polizia in tenuta antisommossa. Nel mezzo i lampeggianti dei mezzi delle forze dell’ordine.

Non si muore solo sul lavoro, ma anche negli stage
I FERITI
La dimostrazione, un presidio fisso, era partita alle 17,30 in modo pacifico tra fumogeni e cori. Ma, quando i ragazzi hanno provato a muoversi verso il ministero dell’Istruzione, sarebbero partite le cariche. Secondo gli organizzatori della manifestazione, in quattro (in foto uno studente del Visconti rimasto ferito) avrebbero avuto “il volto coperto dal sangue”. Lo sfogo della madre di uno dei giovani feriti: “Comunque agli squadristi all’assalto della Cgil non hanno dato neanche uno spintone. I manganelli sono riservati ai ragazzini che protestano per la morte di un loro coetaneo”.
LA NOTA DEI GIOVANI COMUNISTI
“In questo paese da sempre si muore di lavoro e negli ultimi anni si muore anche di scuola”, hanno scritto in una nota i Giovani Comunisti\e Roma e ilPartito della Rifondazione Comunista-Se Roma, Castelli, Litoranea, “Ieri, 23 gennaio, siamo stati in piazza, accanto al movimento studentesco della Lupa ed agli altri movimenti romani per chiedere giustizia per Lorenzo, studente ucciso dall’alternanza scuola lavoro e da un’istruzione sempre più orientata al profitto e alla produttività. Durante il presidio tante sono state le voci che si sono levate contro questo sistema ingiusto e meschino, contro le finte lacrime di questo governo, dei partiti e dei politici che in questi anni hanno costruito queste nuove forme di sfruttamento.
“La repressione”, continua il comunicato, “non ha tardato a farsi sentire, con i manganelli della polizia che si sono abbattuti sugli studenti presenti ferendone due, ma tutti, con determinazione e coraggio, sono comunque riusciti a raggiungere in corteo il Ministero dell’Istruzione per gridare la propria rabbia e chiedere il rispetto dei propri diritti”.

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