GUIDONIA – Il Comune compra lo stadio due volte, dirigenti condannati

Per il campo sportivo di Montecelio la Corte dei Conti addebita un danno erariale di 77 mila euro a Umberto Ferrucci e Gilberto Pucci

Sembra una storia liberamente ispirata ad un film di Totò. Il Comune acquista un terreno da un privato e paga regolarmente. A distanza di 45 anni la figlia del privato rivendica la titolarità e ottiene dal Comune il valore corrispondente al bene e all’indennità di occupazione. Insomma, un immobile pagato due volte. Cose che possono capitare soltanto a Guidonia Montecelio.

SECONDO LA CORTE DEI CONTI E’ DANNO ERARIALE
E’ quanto emerge in sintesi dalla sentenza numero 13 pubblicata lo scorso mercoledì 12 gennaio dalla Corte dei Conti. Nel giudizio di primo grado i magistrati contabili hanno condannato per danno erariale l’ex dirigente all’Urbanistica Umberto Ferrucci, 68 anni di Guidonia, e l’ex dirigente al Bilancio Gilberto Pucci, 57 anni anche lui guidoniano: il primo dovrà risarcire al Comune 46.200 euro, il secondo 30.800 per ripianare l’ammanco di 110 mila euro che il 5 maggio 2014 con la determina numero 175 vennero liquidati a Vilma Sinibaldi, 74enne imprenditrice ed ex titolare dell’Acquapiper.

UNA VICENDA INIZIATA NEL 1969
Nelle 24 pagine di sentenza la Corte dei Conti ricostruisce una vicenda che ha per protagonista lo stadio “Fiorentini” di via della Piscina a Montecelio costruito su un terreno acquistato dal Comune nel 1969 per tre milioni di vecchie lire da Francesco Sinibaldi, compianto padre della proprietaria del parco acquatico.

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NEL 2017 L’ESPOSTO ANONIMO ALLA PROCURA DI TIVOLI
Una vicenda saltata fuori da un esposto anonimo inviato alla Procura di Tivoli nel 2017, l’anno della maxi-retata a Guidonia. Le successive indagini della Guardia di Finanza hanno accertato che il contratto stipulato tra l’allora Segretario comunale Giuseppe Borghese e il latifondista guidoniano venne registrato presso l’Ufficio del Registro di Tivoli.

L’ATTO DI ACQUISTO MAI TRASCRITTO IN CONSERVATORIA
Tuttavia nessuno si prese la briga di trascrivere il passaggio di proprietà presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari. Così, dopo il decesso di Francesco Sinibaldi il 18 aprile 2004, la figlia Vilma nell’atto di successione si ritrovò anche proprietaria dello stadio.
E a quel punto il 4 maggio 2006 venne effettuata la voltura presso il Catasto, ma non presso la Conservatoria.

NEL 2014 VILMA SINIBALDI PRESENTO’ IL CONTO AL COMUNE
A distanza di 8 anni – era il 13 febbraio 2014 – Vilma Sinibaldi presentò il conto al Comune: restituzione del terreno oppure passaggio di proprietà. Detto, fatto: sulla scorta di una relazione notarile che attestava la proprietà della Sinibaldi, Ferrucci firmò la determina di liquidazione e Pucci avallò la spesa.
La Corte dei Conti per Ferrucci ha escluso il dolo, ma gli ha addebitato la colpa grave in quanto avrebbe dovuto svolgere ulteriori e più approfondite indagini sul diritto di proprietà vantato dalla Sinibaldi, non limitandosi a controllare la visura catastale, ma effettuandone anche una storica. A parere dei magistrati Ferrucci avrebbe inoltre dovuto verificare le eventuali pratiche presenti agli atti del Comune.
L’ex dirigente all’Urbanistica, difeso dall’avvocato Vittorio Messa, ha evidenziato l’unico documento valido è la certificazione della Conservatoria dei registri immobiliari, dalla quale emerge che tuttora la titolarità dello stadio di Montecelio è di Vilma Sinibaldi, per cui non poteva sapere che ben quarantacinque anni prima il terreno era stato acquistato dal Comune.

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LA PROCURA INDAGA, MA IL REATO E’ PRESCRITTO
A seguito dell’esposto anonimo del 2017 la Procura di Tivoli ha aperto un fascicolo per concorso in abuso d’ufficio nei confronti di Ferrucci, Pucci e Sinibaldi: proprio oggi, martedì 25 gennaio, era stata fissata udienza preliminare davanti al giudice Alessandro Morelli per dichiarare la prescrizione del reato.

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