ROVIANO – Per la morte di Alberto Bonanni 4 condanne per omicidio

Gli aggressori dovranno scontare altri 14 anni di carcere dopo i nove già espiati

E’ stato un omicidio volontario quello che ha portato alla morte il musicista di Roviano Alberto Bonanni, aggredito nel giugno del 2011 senza un perché al rione Monti, a Roma. Dovranno scontare 14 anni di carcere i quattro uomini del branco che ne causarono la morte.

La condanna arriva a distanza di quasi dieci anni dalla prima sentenza con gli stessi 4 imputati erano stati giudicati colpevoli di tentato omicidio e condannati. a 9 anni. Dopodiché, nel dicembre 2014, dopo la morte del musicista in un letto dell’ospedale di Subiaco a causa di un’insufficienza respiratoria, il caso giudiziario era stato riaperto.

Così il pm aveva aperto un nuovo fascicolo contestando l’omicidio volontario. Impossibile però procedere a una nuova autopsia: i genitori appoggiati da tutto il paese si opposero al trasferimento della salma per evitare ad Alberto un ulteriore sfregio e soprattutto permettergli di riposare finalmente in pace.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - Furti in appartamento, ricercato catturato: è il “chiavaro dei georgiani”

Sono bastate le cartelle cliniche ad accertare che la morte sarebbe stata una diretta conseguenza del pestaggio. Una tesi sposata anche dal giudice che, oggi, ha condannato i quattro aggressori al termine del processo celebrato con rito abbreviato.

Una seconda condanna dunque per gli stessi fatti, quelli avvenuti il 26 giugno del 2011 al rione Monti.

Quella notte Bonanni era stato colpito con un calcio e con un casco alla testa dopo che uno degli abitanti di Monti aveva sobillato dei ragazzi contro altri giovani che avrebbero creato chiacchiericcio sotto le sue finestre. Alberto Bonanni venne preso nel mirino a caso. Entrato in coma non si è mai più risvegliato completamente.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - “Misa a Buenos Aires”, la Corale Koinè nella Basilica di San Vitale al Quirinale

E dopo tre anni è morto di sofferenza è morto. Adesso, dopo undici anni, la condanna per un totale di 56 anni di carcere, proprio come chiesto dalla procura.

Il paese in cimitero per impedire l’autopsia
Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.