GUIDONIA – Investì e uccise un pedone, 48enne accusato di omicidio stradale

L'uomo stava andando al lavoro quando a Talenti ha travolto con lo scooter un 61enne

Nulla e nessuno potranno mai riportare indietro Claudio Iacoponi, ma i suoi cari potranno quanto meno rendergli un po’ di giustizia. A conclusione delle indagini preliminari sul tragico incidente in cui due anni fa ha perso la vita, a Roma, il 61enne che lavorava nella Capitale ma risiedeva con la famiglia a Monastier, in provincia di Treviso, dove rientrava tutti i fine settimana, il pm della Procura capitolina Maurizio Arcuri ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale per il motociclista che lo ha investito mentre attraversava a piedi la strada, ritenendolo l’unico responsabile della tragedia.

Si tratta di M. T., oggi 48 anni, di Guidonia Montecelio. Riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale di Roma, dott. Nicolò Marino, ha fissato per giugno a piazzale Clodio, l’udienza preliminare di un processo dal quale la moglie e la figlia della vittima, assistite da Studio3A-Valore S.p.A. e già risarcite, si aspettano una risposta anche in sede penale.

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Il drammatico incidente è accaduto il 16 ottobre 2020, alle 6.30 del mattino, in via Nomentana, all’altezza del del civico 960 e dell’intersezione con via Gaspara Stampa, nel quartiere Talenti.

Iacoponi, che peraltro era reduce da una frattura riportata in seguito a una caduta e deambulava ancora con le stampelle, stava attraversando la carreggiata, da sinistra a destra rispetto al senso di percorrenza della moto, quando M. T., che procedeva sulla Nomentana in direzione Roma centro su uno scooter Piaggio Mp3, lo ha travolto.

L’indagato viaggiava a 63 km orari

L’allora 46enne stava andando al lavoro, a causare l’incidente forse una distrazione. 

Il Sostituto Procuratore, anche sulla base del rapporto degli agenti della polizia locale del III Gruppo Nomentano, che hanno effettuato i rilievi, e della perizia cinematica affidata a un consulente tecnico ad hoc, l’ingegnere Fabrizio Ceramponi, per ricostruire dinamica, cause e responsabilità del sinistro, imputa al motociclista, per citare la richiesta, “colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia e in violazione di precetti del Codice della Strada”, per “non aver regolato la velocità del proprio veicolo, che viaggiava a circa 63 km/h, velocità superiore al limite consentito per i centri urbani, con conseguente limitazione della propria capacità di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, circostanza che non gli consentiva di frenare in modo appropriato ed evitare d’investire Claudio Iacoponi”.

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Il resto, purtroppo, è tristemente noto: il sessantunenne è stato sbalzato a svariati metri di distanza sbattendo violentemente il capo e riportando un gravissimo trauma cranico con edema cerebrale: trasportato in condizioni disperate all’ospedale San Giovanni, dopo cinque giorni di agonia, il 21 ottobre, è spirato. Nessun dubbio sulle cause del decesso, determinato dai gravissime lesioni prodotte dell’investimento, come confermato dall’autopsia disposta dal magistrato ed effettuata dal medico legale Antonio Oliva.

 

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