GUIDONIA – Telefonate personali a spese del Ministero, militare condannato per truffa

Bollette da 18 mila euro intestate all’Ambasciata: condanna in contumacia, il 65enne è irreperibile

Con un raggiro riuscì ad intestare la sua utenza telefonica all’Ambasciata presso la quale era in servizio, ma continuò a effettuare chiamate per altri due anni dopo il suo rimpatrio in Italia.

Una truffa studiata nei minimi dettagli e costata alla collettività qualcosa come 18.461 euro e 43 centesimi.

E’ la somma che dovrà risarcire al Ministero della Difesa Giovanni G., un 65enne militare residente a Guidonia Montecelio e in servizio presso l’Ambasciata d’Italia a Ryadh, capitale dell’Arabia Saudita, riconosciuto responsabile di danno erariale.

Lo ha stabilito la Corte dei Conti con la sentenza numero 29 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA - depositata in Segreteria lo scorso venerdì 13 gennaio.

Secondo la ricostruzione dei magistrati, la vicenda risale al periodo compreso tra il 18 agosto 2008 e il 30 maggio 2011.

All’epoca Giovanni G., originario di Napoli, lavorava in Arabia come coadiutore. Con false dichiarazioni e all’insaputa dell’Addetto per la Difesa, il luogotenente riuscì a concludere “un contratto permanente e senza limitazioni di chiamate” e il rilascio di una SIM con la compagnia telefonica araba “Saudi Telecom Company”.

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Il problema è che l’utenza telefonica fu intestata all’Ufficio dell’Addetto militare presso l’Ambasciata a Ryadh ma in realtà venne utilizzata esclusivamente da Giovanni G. per fini personali con addebito dei relativi importi a carico dell’Ambasciata.

Andò avanti così anche quando Giovanni G. fu rimpatriato, tant’è che il raggiro venne scoperto soltanto nel 2013 quando in Ambasciata fu notificata una bolletta da 18.461,43. Dal traffico telefonico emerse che l’utenza aveva continuato ad effettuare chiamate da marzo 2011 a marzo 2013, ovvero per quasi due anni dopo il rimpatrio.

A quel punto, l’Ambasciatore chiese spiegazioni al militare sulle motivazioni di servizio sottostanti la richiesta dell’utenza telefonica e soprattutto delle telefonate private. Ovviamente, il luogotenente non si giustificò, per questo a luglio 2013 l’Addetto per la Difesa dell’Ambasciata inviò alla Procura Militare di Roma apposita informativa di reato, oltre alla denuncia alla Procura Generale della Corte dei conti per l’utilizzo illecito dell’utenza telefonica.

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Nel 2016 Giovanni G. è stato condannato ad un anno e 4 mesi di reclusione e ad una multa di 500 euro per truffa nei confronti della Compagnia Telefonica Saudita indotta in errore.

Nel frattempo, per riscuotere il credito, la “Saudi Telecom Company” ha messo in mora l’Ambasciata italiana paventando l’interruzione dei contratti di telefonia in atto e la chiusura di tutte le utenze, mobili e non. A quel punto, per evitare gravi conseguenze per le attività istituzionali della Rappresentanza diplomatica, il 25 agosto 2021 il Ministero della Difesa ha pagato le bollette da 18.461 euro e 43 centesimi.

Giovanni G. è stato condannato in contumacia, essendo risultato irreperibile presso la sua residenza presso il Residence di via Marco Simone 82 a Guidonia Montecelio.

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