MONTELIBRETTI – Il giudice archivia le accuse contro il vicesindaco

Il vicesindaco Giuseppe Gioia era accusato di violazioni ambientali

Dopo quasi un anno e mezzo, l’onda della giustizia ha spazzato via il castello di sabbia della menzogna e chiuso definitivamente una delle pagine politiche più brutte della nostra Montelibretti e sicuramente della mia vita“. Così oggi ha commentato l’archiviazione del procedimento penale a suo carico il vicesindaco di Montelibretti Giuseppe Gioia. Il gip del tribunale di Tivoli, infatti, nella mattinata ha archiviato il procedimento nel quale si era ritrovato ingiustamente accusato di aver sotterrato dell’eternit vicino a un campetto. Circostanza poi del tutto smentita.

Una vicenda iniziata su un palco elettorale e finita in Procura, conclusasi dopo oltre cinquecento giorni di strazio, interrogatori, indagini e spese legali che, ci tengo a sottolineare, ho sostenuto personalmente. Già, perché avrei potuto difendermi come Vicesindaco e invece ho deciso di affrontare questa sfida da uomo libero, evitando così di gravare sul bilancio comunale e quindi sui cittadini”.

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Oggi, sulla base delle contraddizioni emerse e dell’insufficienza di prove, il Tribunale di Tivoli ha archiviato il procedimento che rischiava di portare il vicesindaco a processo con l’accusa di rogo di rifiuti tossici.

Una denuncia totalmente infondata, il tribunale ha messo fine così la parola fine a questa triste storia – aggiunge il vicesindaco – Una storia iniziata a settembre del 2021 in un comizio elettorale, durante il quale la mia persona fu accostata ad azioni incivili, ma soprattutto a reati contro l’ambiente. A quell’episodio seguì l’attesa di scuse mai arrivate e la necessità di togliere qualsiasi coltre di dubbio sulla mia persona e sull’integrità morale che ha sempre contraddistinto il mio percorso politico ed amministrativo”.

Da lì in poi è iniziato il calvario giudiziario – conclude Gioia – che, ci tengo a precisare, ho determinato e cercato io affinché si venisse a capo di questa vicenda senza più dubbi e senza la possibilità di poterne riparlare in futuro in base all’utilità politica. E allora ho affrontato a testa alta l’avviso di garanzia e l’interrogatorio davanti al pubblico ministero per difendermi dai reati a me ascritti che prevedevano pene dai tre ai sei anni di reclusione, il tutto senza mai perdermi d’animo e con la consapevolezza di aver sempre agito nell’interesse comune. Non c’è spazio per il rancore, perlomeno non per me, ora voglio solo godermi in pace questa vittoria che dedico alla mia gente e a tutta la cittadinanza di Montelibretti che ha sempre creduto in me.

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