Per riparare la sua auto servivano parecchi soldi, di cui non aveva disponibilità. Così aveva escogitato un metodo che evidentemente considerava geniale: circolare su un veicolo rubato ma con la targa della propria vettura.
Fu sufficiente un posto di blocco per smascherare il “trucchetto” e denunciarlo.
Per questo ieri, mercoledì 25 maggio, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado per riciclaggio a 4 anni di reclusione e 5 mila euro di multa Antonio M., un 54enne pregiudicato italiano di San Polo dei Cavalieri.
Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Sergio Umbriano e Matteo Petrolati – hanno condiviso la ricostruzione del pubblico ministero Giuseppe Mimmo che aveva invece richiesto una pena di 5 anni e una multa di 6 mila euro.
La vicenda risale al 30 novembre 2016, quando la Polizia Stradale ad un posto di blocco a San Polo dei Cavalieri fermò una Fiat Panda bianca condotta da Antonio M.
L’uomo giurò di aver dimenticato a casa il libretto di circolazione, ma la scusa non convinse i poliziotti che iniziarono a sentire puzza di bruciato anche dopo aver verificato che l’automobilista aveva già riportato condanne per furto, ricettazione e appropriazione indebita.
Durante gli accertamenti gli agenti scoprirono che le targhe anteriore e posteriore applicate sulla Fiat Panda erano in realtà di una Volkswagen Golf intestata al 54enne.
Successive verifiche permisero ai poliziotti di accertare che della Fiat Panda pochi mesi prima era stata presentata denuncia di furto ai carabinieri di Mentana da parte del 60enne Giovanni V., il proprietario dell’utilitaria.
A quel punto gli agenti sequestrarono le targhe e la Panda e denunciarono Antonio M. per riciclaggio.
Ieri è arrivata la condanna del Tribunale di Tivoli.