TIVOLI – Denuncia il compagno violento e torna con lui, salvata dalla Polizia

Gli agenti mettono fine ad una “relazione tossica” di botte e soprusi: italiano in carcere

Per anni è rimasta intrappolata in quello che considerava un sentimento di amore.

Un “amore” fatto di controllo, sopraffazioni, reiterate violenze fisiche e psicologiche, una relazione all’interno della quale per lei era normale subire e negare la sua condizione di vittima.

E’ andata avanti così fino ad agosto scorso, quando la donna ha trovato la forza di denunciare, salvo poi tornare a vivere insieme al compagno.

Martedì 19 settembre ad interrompere la spirale di soprusi sono stati gli investigatori del Commissariato Distaccato di Tivoli che, al termine di un’indagine coordinata dal “Gruppo uno” della Procura tiburtina, hanno arrestato e condotto in carcere C. M. A., un italiano di 36 anni.

La misura cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tivoli su richiesta della Procura, si è resa necessaria poiché l’uomo è indagato per le gravi e reiterate violenze fisiche e psicologiche che, da anni, ha posto in essere nei confronti della compagna e convivente, una cittadina italiana di 33 anni.

Comportamenti che, come si legge nell’ordinanza emessa dal Gip, “… pur se realizzate in momenti successivi, sono collegate a un nesso di abitualità ed avvinte nel loro svolgimento da un’unica intenzione criminosa di ledere l’integrità psicologica e morale della persona offesa così rendendo del tutto impossibile la convivenza”.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’uomo ha sottoposto la convivente a violenze fisiche, a continue sopraffazioni e minacce di morte, prevaricazioni che nel tempo hanno annichilito la volontà e distrutto l’autostima della donna.

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Negli anni, inoltre, ha sottoposto la donna ad un costante controllo, monitorandone l’utilizzo del cellulare e dei social, impedendole di uscire con i suoi amici e di intrattenere rapporti con i suoi familiari, anch’essi vittime delle minacce e delle aggressioni perpetrate dall’uomo. Insomma, dalle indagini è emerso un pesante clima di coercizione a cui la vittima è stata sottoposta per anni.

D’altronde, in più di un’occasione le pattuglie delle forze dell’ordine sono intervenute nel tempo presso l’abitazione della coppia. Tuttavia in quelle occasioni la 33enne, dopo aver chiesto soccorso, minimizzava le violenze subite, arrivando a negare di essere vittima di maltrattamenti per paura di ulteriori ritorsioni e proprio perché assoggettata al compagno che non ha mai denunciato.

L’inverno scorso, grazie alla querela depositata dai genitori che avevano soccorso la figlia in una località balneare perché vittima dell’ennesime brutali violenze, la donna, per un breve periodo, è stata collocata in una struttura protetta effettuando degli incontri presso un centro antiviolenza della Capitale ma poi, come nelle più tipiche dinamiche riscontrate nelle cosiddette “relazioni tossiche”, è tornata a convivere con l’uomo.

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Nell’agosto scorso, nell’ultimo, ennesimo intervento effettuato dalle pattuglie della Polizia di Stato presso l’abitazione della coppia a seguito di una violenta aggressione subita dalla vittima, la donna ha finalmente presentato denuncia nei confronti del compagno ed è stata collocata in una struttura protetta, apparentemente determinata nell’interrompere definitivamente la relazione.

Ma dopo qualche settimana, la 33enne è nuovamente tornata a vivere con l’uomo per l’assenza di un contesto ambientale favorevole.

Nel frattempo le indagini e gli elementi di prova raccolti durante l’attività di polizia giudiziaria hanno fatto emergere un quadro indiziario a carico dell’uomo chiaro e preciso.

L’accertato pericolo di recidiva delle condotte criminose e il concreto rischio per l’incolumità della vittima, che si è dimostrata assolutamente priva di autonomia decisionale e incapace di sottrarsi dal compagno nonostante le indicibili violenze subite, hanno determinato le esigenze cautelari nei suoi confronti e l’emissione di un ordine di carcerazione.

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