TIVOLI - “Mi ha violentata nei bagni pubblici in pieno giorno”, assolto

Le accuse della 16enne non convincono il Tribunale: il fatto non sussiste

Ha raccontato che in pieno giorno un ragazzo conosciuto per caso avrebbe abusato di lei all’interno del bagno pubblico ubicato nella piazza più centrale della città, utilizzando il profillatico.

Accuse non supportate da testimonianze né riscontri medici.

Il Tribunale di Tivoli

Per questo ieri, lunedì 25 settembre, il Tribunale di Tivoli ha assolto dall’accusa di violenza sessuale Andrea G., 29enne muratore italiano residente a Tivoli.

Il collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Giovanni Petroni e Camilla Amedoro – ha scagionato l’imputato con formula piena, perché il fatto non sussiste, e ha respinto la tesi accusatoria della Procura che aveva invece richiesto una condanna a sei anni di reclusione.

Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate tra sessanta giorni.

La sentenza di primo grado è stata emessa a dieci anni di distanza dalla denuncia presentata il 6 maggio 2013 ai carabinieri da parte della mamma della presunta vittima, una ragazza che all’epoca aveva 16 anni compiuti.

I bagni pubblici di piazza Giuseppe Garibaldi a Tivoli

La donna raccontò ai militari che il 17 o il 18 aprile 2013 tra le 14,30 e le 15,30 la figlia minorenne sarebbe stata abusata da Andrea G. nel corridoio dei bagni pubblici di piazza Giuseppe Garibaldi, il cuore della città di Tivoli. Dopo lo stupro, l’imputato all’epoca 19enne l’avrebbe anche accompagnata alla fermata del bus di via Empolitana per tornare a casa in un piccolo Centro della Valle dell’Aniene.

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Fatto sta che all’inizio la Procura di Tivoli richiese l’archiviazione, ma il Giudice per le indagini preliminari ordinò approfondimenti investigativi delegati ai carabinieri all’esito dei quali Andrea G. fu rinviato a giudizio.

Durante il processo la vittima ha raccontato di aver conosciuto il giovane dopo aver pubblicato l’inserzione per la vendita di un cane e di essersi dati appuntamento in piazza Garibaldi, sede di una scuola, di un capolinea di taxi, di numerose attività commerciali, luogo di passaggio per cittadini e turisti.

All’improvviso Andrea G. l’avrebbe trascinata a forza lungo le scale dei bagni pubblici, condotta nel corridoio, tramortita sbattendole la testa al muro e bloccata afferrandola per i polsi. E dopo averle strappato i vestiti il ragazzo avrebbe abusato di lei utilizzando il profilattico.

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Stando ai suoi racconti, la violenza sarebbe durata circa mezz’ora e, una volta tornata a casa, per vergogna non si sarebbe confidata subito coi genitori, ma soltanto venti giorni dopo.

“La ricostruzione – commenta il legale di Andrea G., l’avvocato Mario Giacomo Proietti Martini di Tivoliè apparsa anche al Tribunale lacunosa e inattendibile. Il mio assistito ha spiegato di avere avuto una relazione da circa un mese con la ragazza e di essere stato anche a casa sua accompagnato dal suo datore di lavoro.

A dire della parte offesa, invece, nessuno avrebbe visto e sentito niente, nonostante la presunta violenza fosse avvenuta in pieno giorno e in un luogo centrale della città. Durante il processo abbiamo fatto emergere le tante contraddizioni e il Tribunale ha accolto la nostra tesi”.

“Attendiamo le motivazioni della sentenza – conclude l’avvocato Mario Giacomo Proietti Martini – dopodiché valuteremo la possibilità di sporgere denuncia per calunnia: per dieci anni il mio assistito è rimasto in balìa della Giustizia accusato di un reato gravissimo”.

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