Da Alessandro Transulti, cittadino residente al Bivio di San Polo, frazione del Comune di Tivoli, riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta all’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Proietti:
“Questa era una strada privata asfaltata da cittadini privati con i propri soldi.
Ora da qualche anno è stata espropriata per far sì che potessero passare i camion diretti al depuratore del Bivio di San Polo, i quali camion l’hanno ridotta un colabrodo.
Senza illuminazione, altamente pericolosa, il luogo ideale per aggressioni e furti.
Erba che viene tagliata dai privati per evitare che i bomboloni dei Gpl possano esplodere con qualsiasi innesco di incendio. La pulizia della strada sempre effettuata dal singolo abitante.
Più volte nell’arco dell’anno ci siamo recati al Comune presso gli uffici pubblici competenti per essere presi letteralmente in giro dai dirigenti.
Siamo stanchi di tutto, soprattutto di pagare le tasse solo per i loro stipendi. Si precisa che da quando la strada è stata espropriata dal Comune ci era stato promesso che le sarebbe stato attribuito un nome sulla toponomastica.
Ad oggi la strada, non più privata ma pur essendo comunale, rimane anonima con molteplici difficoltà anche nella ricezione di Poste e per servizio di corriere. La corrispondenza, tra cui le raccomandate, viene lasciata sulle cassette ubicate al civico 98 della via Tiburtina Valeria e non consegnate a domicilio.
Il servizio postale ci dice che finché non verrà attribuito un nome alla via, i portalettere non accedono alle abitazioni per la consegna nelle cassette postali personali.
Quindi un abitante del complesso, seppur presente in casa alla consegna, è costretto a recarsi alla posta perché per la Raccomandata viene lasciato soltanto l’avviso di giacenza”.
