GUIDONIA - Focolaio Covid in Aeroporto, nuove indagini sulla morte del maresciallo

La Procura vuole archiviare dopo aver richiesto la consulenza alla stessa Aeronautica. Il Giudice ordina una nuova perizia

Secondo la Procura di Tivoli, l’Aeronautica militare avrebbe adottato tutte le misure idonee ad evitare i contagi, per cui il decesso non sarebbe da attribuire all’Arma Azzurra.

A sostenerlo è la stessa Aeronautica militare, alla quale sono stati delegati gli accertamenti su eventuali violazioni delle norme anti-Covid.

Salvatore Paciotti fu stroncato dal Covid il 25 febbraio 2021 a soli 54 anni

Insomma, il “controllore” e il “controllato” sono lo stesso soggetto nelle indagini condotte dalla Procura di Tivoli sulla morte di Salvatore Paciotti, primo Maresciallo dell’Aeronautica militare in servizio presso l’aeroporto “Alfredo Barbieri” di Guidonia, stroncato dal Virus il 25 febbraio 2021 a soli 54 anni.

Il Tribunale di Tivoli ha ordinato una nuova perizia nelle indagini per la morte del maresciallo Paciotti

Per questo ieri, giovedì 23 novembre, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Tivoli Raffaele Morelli ha respinto la richiesta di archiviazione del caso e ordinato alla Procura di compiere ulteriori indagini mediante una nuova consulenza redatta da soggetti diversi rispetto ai corpi interni dell’Arma Azzurra che hanno stilato la prima relazione sulla quale è fondata la chiusura del fascicolo.

La Procura di Tivoli aveva richiesto l’archiviazione del caso non ravvisando responsabilità a carico dell’Aeronautica

Il provvedimento del Giudice è stato emesso a seguito dell’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dall’avvocato Alberto Cuccuru di Guidonia, legale della moglie del maresciallo, Alessia Postacchini, che il 24 maggio 2021 aveva presentato una denuncia querela nei confronti dei vertici del 60esimo Stormo di Guidonia chiedendo all’Autorità Giudiziaria di verificare se esista un nesso causale tra le omissioni nella gestione delle misure di contenimento del Virus e il focolaio scoppiato nel reparto col successivo contagio che ha portato al decesso del marito.

Secondo le indicazioni del Giudice, il consulente terzo al quale verrà affidato il nuovo incarico dovrà verificare l’insorgenza e l’evoluzione del contagio del maresciallo, la presenza di un eventuale focolaio, il rispetto delle norme antinfortunistiche allora vigenti e l’eventuale correlazione con il decesso di Salvatore Paciotti.

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Decisivo potrebbe rivelarsi il documento dell’infermeria dell’aeroporto di Guidonia attestante la presenza di ben 9 casi accertati Covid all’interno della base militare nel periodo in cui fu contagiato il maresciallo deceduto.

L’avvocato Alberto Cuccuru di Guidonia, legale di fiducia della moglie di Salvatore Paciotti

Nella denuncia, redatta dall’avvocato Alberto Cuccuru, Alessia Postacchini aveva ripercorso il calvario patito da Salvatore, impiegato presso il Centro Operativo di Base e addetto al controllo del transito degli apparecchi in volo sui cieli di Guidonia.

Il maresciallo scoprì di essere positivo al Covid-19 nella settimana in cui lavorava in regime di Smart Working.

Dall’11 gennaio 2021 il militare era a casa a Montecelio perché nel giorno dell’Epifania di due anni fa fu accertato appunto un focolaio nella palazzina in cui prestava servizio con ben 9 militari contagiati contemporaneamente.

Dal 14 gennaio 2021 anche il sottufficiale cominciò ad accusare febbre alta, affaticamento e scarso appetito, sintomi che 4 giorni dopo lo avevano convinto ad effettuare il tampone molecolare, l’indomani risultato positivo.

A quel punto il medico curante gli suggerì di chiamare il 118 e un’ambulanza lo trasportò all’Ospedale Civile di Palestrina dove gli fu diagnosticata una polmonite bilaterale interstiziale e gli venne applicato il casco per la grave insufficienza respiratoria.

Il cuore di Salvatore Paciotti si fermò dopo tre settimane di coma al Policlinico Umberto I di Roma

Ma le sue condizioni si aggravarono rapidamente a tal punto che il 25 gennaio 2021 fu trasferito in coma farmacologico alla clinica Covid di Casal Palocco e successivamente all’Umberto I di Roma, nel reparto riservato ai militari, dove rimase intubato fino al decesso.

Nella denuncia Alessia puntò il dito su presunte omissioni in considerazione dei primi casi di positività riscontrati tra i militari in servizio nell’edificio che ospita sia il Centro Operativo di Base che gli uffici della Compagnia Protezione delle Forze, del 201esimo Nucleo Sicurezza e il Nucleo Servizi Operativi.

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La vedova parte da una certezza: Salvatore contrasse il Virus sul posto di lavoro, considerato che per entrare in ufficio passava nello stesso ingresso comune ai colleghi di altri reparti presenti nella medesima palazzina.

L’aeroporto militare “Alfredo Barbieri” di Guidonia

Nella denuncia l’avvocato Cuccuru riferisce i racconti del maresciallo alla moglie.

Come la mancanza di dispenser igienizzanti per le mani all’ingresso dello stabile, almeno fin da novembre 2020.

Come la presenza lungo il corridoio di cassonetti dove venivano gettate le mascherine usate e mai rimosse fino a febbraio scorso.

Come il registro delle presenze all’ingresso della palazzina che tutti i militari erano tenuti a firmare ogni giorno utilizzando la stessa penna, mai regolarmente sanificata.

Come la porta d’ingresso ai reparti di sicurezza accessibile al personale autorizzato digitando manualmente il codice.

Senza contare i corsi di formazione rischio specifico Covid 19 per i lavoratori mai effettuati prima del focolaio.

Secondo l’avvocato Cuccuru sarebbero stati tardivi anche gli interventi di sanificazione della palazzina dove lavorava il Maresciallo Paciotti.

Le prime due il 28 ottobre e l’8 novembre 2020, durante le quali soltanto il personale del Cod fu trasferito presso il Corpo di Guardia del Comando, ubicato in un’altra zona dell’aeroporto, ma non Paciotti e il collega.

Circostanze supportate da documenti e materiale fotografico ora di nuovo al vaglio della Procura di Tivoli alla quale spetta il compito di verificare se sussista o meno un nesso di causalità con la morte di Salvatore Paciotti.

CHI ERA IL MARESCIALLO STRONCATO DAL COVID

Salvatore Paciotti era nato il primo febbraio 1967, diplomato all’Istituto tecnico industriale di Cecchina, nel 1987 era stato arruolato in Aeronautica: sei mesi di corso a Caserta, altrettanti a Cadimare in provincia de La Spezia, quindi Montecavo vicino Castel Gandolfo, dal 1999 prestava servizio all’aeroporto militare di Guidonia.

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