TIVOLI – Rapina in parafarmacia con la pistola finta, condannato “Caccoletta”

Il 54enne italiano picchiato dai passanti durante la fuga e massacrato a Rebibbia dai detenuti

Fece irruzione col volto travisato e un’arma giocattolo in pugno.

Ma fu prima messo in fuga dal titolare, poi picchiato dai passanti e infine massacrato dai detenuti in carcere.

Un colpo apparentemente facile ma finito male che ricorderà per tutta la vita.

Così oggi, mercoledì 15 maggio, il Tribunale di Tivoli ha condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione Claudio L., il 54enne italiano soprannominato “Caccoletta” che la sera del 5 dicembre 2023 tentò di rapinare con una pistola a salve la parafarmacia di via Pericle Pozzilli, a Borgonovo, frazione di Tivoli Terme (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Il pregiudicato tiburtino è stato processato con la formula del rito abbreviato dal Giudice per l’udienza preliminare Sabina Lencioni che ha condiviso la tesi difensiva dell’avvocato Pietro Nicotera, legale di fiducia di “Caccoletta”.

La Procura di Tivoli aveva infatti richiesto una condanna a 8 anni di reclusione contestando all’imputato le aggravanti della recidiva reiterata specifica infraquinquennale e la violazione della misura di sicurezza della sorveglianza speciale.

Claudio L. assaltò la parafarmacia di via Pericle Pozzilli verso le ore 19 del 5 dicembre dell’anno scorso.

Secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri della Compagnia di Tivoli, durante la rapina Claudio L. avrebbe minacciato il titolare della parafarmacia con frasi come “Dammi i soldi, dammi il portafoglio”, mentre rovistava nelle tasche del commerciante.

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Dopodiché il pregiudicato avrebbe anche detto “Ora sparo al bambino”, riferendosi al piccolo di 5 anni, nipote del titolare della parafarmacia.

A quel punto il 54enne decise di battere in ritirata, ma durante la fuga fu fermato e malmenato da alcuni passanti. Sottrattosi alla folla, Claudio L. si dileguò lungo la via Tiburtina tentando di raggiungere la sua abitazione nel complesso Ater di via dell’Aeronatica, sempre nel quartiere di Borgonovo.

Proprio in via dell’Aeronautica i carabinieri lo intercettarono col volto ridotto una maschera di sangue e con una pinza sporca di sangue in mano con la quale aveva tentato di sottrarsi alla cattura. Una volta bloccato, durante la perquisizione i carabinieri rinvennero nella tasca della felpa e del cappuccio ben 5 coltelli a serramanico con lame non inferiori a 7 centimetri, oltre a due paia di forbici.

E ancora: un infrangi vetro, tipo martello di emergenza, due orologi in acciaio, un Casio e un Sector, un mazzo di chiavi di una Fiat e un cellulare marca Oppo.

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Per quella tentata rapina in parafarmacia Claudio L. era già balzato alle cronache del quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv.

Lo scorso mercoledì 24 aprile il pregiudicato tiburtino è stato infatti vittima di una violentissima aggressione da parte di una ventina di detenuti durante l’ora d’aria nel Nuovo Complesso del carcere di Rebibbia: il 54enne è stato colpito da una scarica di pugni e calci tanto forti da farlo finire in ospedale con fratture al volto e al torace (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Scattato l’allarme, Claudio L. è stato sottratto alla furia del branco grazie all’intervento degli agenti della Polizia penitenziaria che sono riusciti ad identificare almeno quattro dei circa venti detenuti che continuavano ad inveire e colpire il 54enne oramai a terra esanime.

Pare che i quattro carcerati identificati siano tutti di origini campane e che uno di essi abbia anche riferito le motivazioni del pestaggio.

Si tratterebbe di una “punizione” inflitta in base alla regola non scritta del carcere secondo cui i bambini non si toccano.

E invece Claudio L. avrebbe puntato una pistola a salve contro un bimbo di 5 anni durante la rapina.

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