Luca “La mia Vespa Very Special!”

Luca Mastrojanni studia podologia presso la facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università di Tor Vergata. Amante di qualsiasi genere di sport, da giovanissimo e per diversi anni ha praticato il minibasket e oggi   si cimenta con passione nello sci con snowboard e nell’arrampicata sportiva. Per ben 17 anni ha fatto parte del gruppo boyscout Guidonia dell’associazione AGESCI, esperienza che gli ha insegnato “ad amare il mondo in cui viviamo e rispettare gli altri e la natura”. Da 10 anni è fidanzato con Sara che presto diventerà sua moglie e con cui condivide, tra l’altro, la scelta di essere vegetariano, per dimostrare concretamente il rispetto profondo per il regno animale. Tra le sue passioni c’è anche il teatro :a livello amatoriale si esibisce con una compagnia di amici in piccole commedie o sketch estrapolati dai copioni dei comici Lillo e Greg .

LUCA1Dei mitici anni ’50 Luca apprezza il rock’n’roll anche se, suonando chitarra e violino, preferisce spaziare dalla musica classica ai beats anni ’60/70. Se di quell’epoca dovesse scegliere un brano come colonna sonora dei suoi viaggi in sella alla sua Vespa 50 Special, quel brano sarebbe “Bada bambina”,   grande successo di Little Tony. Luca Mastrojanni, 27enne di Collefiorito, ci racconta così la passione che lo lega da sei anni alla sua Vespa “rossa di fuoco”, come canta Cesare Cremonini. Un amore very special…    

Luca, hai appena terminato il restauro del tuo gioiellino…

E già, la mia Vespa 50 Special è del ’76 e quando l’ho acquistata a soli 50€ ,tramite il padre della mia fidanzata, era un vero e proprio rottame! Con tanta dedizione e l’aiuto di un mio amico carrozziere, Franco, sono finalmente riuscito a dargli nuova vita.

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Doppia passione, quindi, per la Vespa e per l’arte del restauro?

Devo ammettere che la passione vera e propria per la Vespa è nata quando, dopo averla acquistata, ne ho studiato la storia e compreso fino in fondo lo spirito. Quanto al mio interesse per i motori e per l’arte del recupero, li ho sicuramente ereditati da mio nonno Vincenzo. Per lui non si buttava niente, mi insegnava a riparare e recuperare. Quando portai il rottame della Vespa a casa, lui fu l’unico a credere che da quella lamiera arrugginita potesse uscirne qualcosa di buono!

Ne parli con evidente orgoglio…

Sì e non sono il solo a ricordarlo con ammirazione. A lui è intitolato il parco su via Rosata, che dallo scorso anno è diventato , appunto, “Parco Vincenzo Porzio” alla presenza del sindaco Rubeis . Con la sua filosofia del “riparare” e con il suo infinito amore per il prossimo e per le nuove generazioni, mio nonno, nonostante fosse malato di cuore, ha partecipato attivamente alla bonifica e al rifacimento di quell’area che in passato era un ex discarica.

Che consiglio ti senti di dare a chi come te vuole restaurare un vecchio esemplare?

Di fare attenzione perchè negli ultimi tempi molti speculatori hanno creato attorno a questo mondo un businness tale rendere eccessivamente oneroso anche l’acquisto di un “catorcio”.

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Parlaci delle emozioni che ti dà guidare la tua Vespa.

Mi trasmette spirito di libertà e spensieratezza. E poi che dire… solo il rumore che fa e l’odore della miscela trasmettono sensazioni ineguagliabili!

Condividi questa passione con il Gruppo Vespisti di Guidonia… 

Si, il gruppo al momento è composto da circa venti ragazzi. Insieme trascorriamo bei momenti di aggregazione in cui abbiamo modo di confrontarci, trasmettere informazioni ai neofiti e ai curiosi, fare divertenti viaggi spesso a contatto con la natura . Proprio in questo periodo ci stiamo organizzando per pianificare una due giorni a Monte Fiascone per fine maggio.

Un itinerario da suggerire agli appassionati?

Ce n’è uno che io chiamerei “giro dei due laghi” ovvero passando per Tivoli si arriva fino a Paganico Sabina dove si può visitare il lago del Turano (dove c’è il borgo di Castel di Tora, che è uno dei più belli d’Italia e sembra un isolotto sospeso), poi    superando Carsoli in direzione Valle del Salto si arriva fino all’omonimo lago.

Un aneddoto simpatico da raccontare?

Qualche tempo fa, di ritorno da una gita fatta proprio al Lago del Salto abbiamo beccato un terribile acquazzone e ci siamo fermati in un paesino che si chiama Pescorocchiano dove abbiamo rimediato delle buste per la spazzatura che abbiamo trasformato in k way per poi rimetterci, imperterriti, in viaggio!

 

di Dalila Milano

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