L’intervista al presidente del Real Monterotondo Scalo Aldo Merli
Quale sono le emozioni che sta provando in questo momento?
“Sono raggiante, questa è un occasione d’oro che ci è capitata tra le mani, avere la possibilità di collaborare con una società così importante ci riempie il cuore di orgoglio. Sono entusiasta di tutto questo. E’ stata una cosa inaspettata e per tutto ciò dobbiamo ringraziare il nostro collaboratore Michele Marino che ci ha prospettato una simile possibilità. Voglio ringraziare il Generale Coletta per aver accettato il nostro invito. Non accade spesso che, senza scetticismo, si accetti l’invito da persone mai conosciute prima e in questo senso il Generale è stato fantastico. Fino ad un paio di settimane fa avevamo un settore giovanile tutto da costruire e adesso, dopo così poco tempo, ci troviamo a collaborare con una società di tale importanza. Sono entusiasta per come stanno procedendo le cose e i nostri ragazzi avranno uno stimolo in più per far bene e per rispettare le regole”.
Cosa ha provato ascoltando le parole del Generale Coletta?
“Mi trovo pienamente d’accordo con lui sul discorso che ai bambini vanno insegnate le basi del calcio e della vita perché in un campo di calcio bisogna essere educati come lo si è nella vita quotidiana e su questo sposo in pieno le parole del generale. I risultati verranno dopo, l’importante è che i nostri ragazzi abbiano rispetto per l’avversario, per gli insegnanti e per tutto ciò che li circonda”.
Qual è la speranza del presidente Merli e quali sono gli obiettivi futuri del settore giovanile dell’ASD Real Monterotondo Scalo?
“La nostra speranza un giorno è quella di poter portare in prima squadra tutti i ragazzi che vengono dal nostro settore giovanile e nell’immediato è che tutti i bambini che vengono al Real Monterotondo Scalo stiano bene e che anche i genitori portino i figli in questa società soddisfatti del nostro operato e gioiosi di vedere i propri figli contenti alla fine di ogni allenamento per il trattamento a loro riservato da parte nostra”.
L’intervista al responsabile del settore giovanile della Ss Lazio Giulio Coletta
“Per noi è molto importante perché teniamo sotto controllo una zona dove non siamo presenti e siccome son convinto che qui ci sono dei ragazzi bravi gli ingredienti per far bene ci sono tutti. Se i tecnici lavorano nella maniera che abbiamo concordato sicuramente uscirà qualcosa di buono per la Lazio”.
Quale sono le prime impressioni avute sul Real Monterotondo Scalo?
“Non conoscevo l’impianto dove svolge le attività il Real Monterotondo Scalo e posso dire che è un bellissimo impianto. La dirigenza mi è sembrata preparata e stimolata a far bene, molti di loro non li conoscevo altri invece li conoscevo da anni. Quando abbiamo parlato ho accettato subito perché come già detto prima in questa zona non avevamo niente e mi fa molto piacere avere sotto controllo questa parte di territorio”.
Ha trovato qualche affinità con i dirigenti del Real Monterotondo Scalo?
“Ho trovato persone molto serie pronte a lavorare con grande serietà e il fatto che hanno condiviso in pieno il mio pensiero sui giovani è un fatto che può solo farmi piacere”.
Qual è la speranza del generale Coletta sulla collaborazione appena nata?
“La mia speranza è che esca fuori qualche bel giocatore e di portamelo alla Lazio”.
La lezione di Coletta
“Ai bambini che si avvicinano al calcio dobbiamo insegnare due cose importanti: la coordinazione e la tecnica. Se sono scoordinato non posso avere le basi per poter giocare a pallone. Queste sono le fondamenta da cui partire, non voglio sentir parlare di tattiche e altre cose se prima non si insegna tutto ciò ai giovani. I più piccoli ascoltano l’allenatore come un mantra, per loro voi diventerete dei veri e propri idoli da cui il giovane carpirà segreti e abilità e proprio per questo la prima cosa da inculcare, non smetterò mai di dirlo, sono tecnica e coordinazione. Anche nel nostro settore giovanile succede che molti istruttori non puntellano i giovani su questi fattori e molte volte richiamo all’ordine i miei tecnici e qualcuno viene anche fatto saltare. La serietà è alla base di tutto quanto e quando presentiamo un progetto quel progetto va rispettato. In campo puoi avere qualche giovanotto più forte dei tuoi avversari che ti fa vincere la partita ma sotto il punto di vista delle basi hai perso non solo una semplice gara e la colpa di chi è? Di chi ha gestito male la loro crescita.
Il risultato quando si allenano ragazzi di 10 – 11 anni non è importante, l’importante è insegnare le basi del calcio, la tecnica, il camminare a testa alta, le tattiche vengono dopo e sotto questo punto di vista la Ss Lazio è all’avanguardia. Molti ragazzi insieme alle loro famiglie spingono per venire da noi proprio per il rispetto e l’educazione che i nostri istruttori riescono ad insegnare. Quando cresceranno poi si inculcheranno le basi tattiche e i moduli che tanto adesso vanno di moda, i vari 4-2-3-1 via dicendo, altra rovina per i giovani. Secondo me non è importante il modulo ma l’importante è il saper stare in campo perché vediamo poi gli errori e i gol che si prendono in seria A e sono talmente grossolani che il modulo c’entra poco perché si sbaglia l’abc del saper coprire una porzione di campo. Quando chiamo i miei tecnici per sapere com’è andata la partita non chiedo abbiamo vinto o perso ma chiedo loro come hanno giocato i ragazzi e come si sono comportati in campo”.
L’insegnamento di Boskov